Cinema America, botte dei militanti di CasaPound agli attivisti: «Trastevere è zona nostra»

Martedì 8 Ottobre 2019 di Marco Pasqua
Cinema America, arrestati i tre responsabili dell'aggressione: «Trastevere è zona nostra»

Considerano Trastevere cosa loro. Un territorio che vogliono proteggere, attaccando gli antifascisti e chiunque possa rappresentare una minaccia. Per questo, la notte del 16 giugno, hanno picchiato due ragazzi, colpevoli di indossare la maglietta del Cinema America, simbolo di un mondo distante anni luce dalle pratiche violente della destra più estrema. A distanza di tre mesi e mezzo da quella aggressione, avvenuta in via di San Francesco a Ripa, i tre responsabili già identificati poco dopo dagli uomini della Digos sono finiti ai domiciliari.

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Due in particolare, hanno una lunga sfilza di precedenti penali, che dimostra come questi non fossero affatto nuovi a violenze del genere. Si tratta di militanti del movimento di CasaPound: Matteo Vargiu, 23 anni, Stefano Borgese, 38 anni e Marco Ciurleo, 23 anni. Quest'ultimo, leader del Blocco Studentesco, costola giovanile del movimento dei Fascisti del Terzo Millennio, pochi giorni prima di essere arrestato, ha trascorso con altri sodali una serata a Trastevere, documentata sui social: perché quel rione lo sentiva suo.

Per il gip Clementina Forleo, che ha accolto la richiesta del pm Eugenio Albamonte, «l'azione fu commessa per futili motivi legati all'apparente appartenenza delle vittime ad un contesto sociale e politico di ideologia opposta». Nel provvedimento vengono ricostruite le varie fasi dell'aggressione avvenuta intorno alle 3 di notte. Un blitz immortalato da una serie di video di telecamere presenti in zona, acquisiti dagli uomini della Digos di Giampietro Lionetti. Non solo: la polizia ha trovato nelle abitazioni degli arrestati gli indumenti indossati la notte del pestaggio e riconosciuti dai giovani che hanno subito denunciato l'accaduto alle forze dell'ordine. «Abbiamo lavorato questi mesi per chiarire le precise responsabilità di ogni singola persona, per non lasciare nulla di intentato», fa notare la Digos.
 

 

«VIA LA MAGLIA BORDEAUX»
Le due vittime, David Habib e Valerio Colantoni, vennero avvicinate da un gruppo di giovani tra i 20 e i 30 anni: «Tu c'hai la maglietta del Cinema America gridò Borgese te la devi levare, fidati è meglio per te, levati quella maglietta». Il gruppo di aggressori è formato da 9 persone: gli altri sei, tra i quali spiccano anche giovani della destra estrema provenienti da piazza Cavour (sempre più presenti in questo rione), non hanno avuto alcun ruolo nel pestaggio. Ad istigare l'aggressione è stato Borgese, mentre Ciurleo ha colpito con una testata al naso Habib (procurandogli la frattura delle ossa nasali, 20 giorni di prognosi), e Vargiu centrava Colantoni con una bottigliata sul sopracciglio (7 giorni di prognosi). Ciurleo, secondo quanto riporta l'ordinanza, dopo aver svolto attività politica nell'istituto Vittorio Gassman (dove ha partecipato alle occupazioni), è stato già indagato per violenza privata, danneggiamento, invasione di edifici, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Nell'ottobre del 2016 era già stato arrestato, durante lo sgombero di un immobile comunale, in via del Colosseo. Vargiu, anche lui militante di Casapound, era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, nel 2015, durante delle manifestazioni non autorizzate; nel 2016, invece, veniva denunciato durante l'occupazione di uno stabile. Borgese, invece, risulta indagato per guida in stato di abbrezza.

CONTROLLO DELL'AREA
«La vicenda in esame deve considerarsi di particolare allarme sociale annota il gip essendo speculare di un più ampio disegno di sopraffazione politica nell'ambito di un territorio che evidentemente i predetti consideravano di loro appartenenza e in cui l'ubicazione del cinema America appare evidentemente sgradita». I ragazzi dell'America e il Comune, da parte loro, hanno fatto sapere di volersi costituire parte civile. «Quanto accaduto è gravissimo ha detto Valerio Carocci, guida del Cinema America continueremo il nostro lavoro».

 

Ultimo aggiornamento: 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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