Stupro Catania, la ragazza americana: «Tornerò in Italia». Già vittima di abusi in passato

Mercoledì 27 Marzo 2019
Stupro Catania, la ragazza americana: «Tornerò in Italia». Già vittima di abusi in passato
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È tornata negli Stati uniti prima di sapere che il Gip di Catania aveva disposto l'arresto in carcere dei tre giovani che avrebbero abusato di lei. Ma la 19enne americana, vittima dello stupro del branco, prima di riabbracciare la madre e la sorella che l'aspettavano negli Usa, ha garantito alla Procura di Catania: «Tornerò per confermare quanto accaduto».

Per questo i pm hanno depositato al Gip Simona Ragazzi, che l'ha accolta, una richiesta di incidente probatorio con l'interrogatorio dell'accusatrice dei 20enni Roberto Mirabella e Agatino Valentino Spampinato e del 19enne Salvatore Castrogiovanni. I tre sono in carcere con l'accusa di averla fatta ubriacare, il 15 marzo scorso, e poi averla costretta a salire in auto con loro e, dopo avere fumato marijuana, di averla violentata per circa un'ora in una zona isolata del lungomare Ognina.

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Una ricostruzione contestata dalle difese degli arrestati: «La verità negli atti è un'altra - afferma l'avvocato Monica Consoli - e noi siamo certi di poterlo dimostrare. Nell'ordinanza c'è solo la versione della ragazza, che presenta tante lacune e contraddizioni. Ma non possiamo dire altro per il momento». I legali stanno valutando il ricorso al Tribunale del riesame: «Abbiamo tempo fino a domenica - conferma l'avvocato Consoli - dobbiamo studiare meglio il caso, ma le carte dell'inchiesta ci 'chiedono' di farlo».

La 19enne avrebbe già subìto abusi negli Stati Uniti, come conferma il suo legale, l'avvocato Mirella Viscuso. La vicenda è citata anche nell'ordinanza cautelare con la vittima che dice di avere già «subito altre volte abusi o comunque molestie sessuali». «Nei prossimi giorni - annuncia l'avvocato Viscuso - invierò una mail alla mia assistita per spiegarle come funziona il sistema giudiziario italiano».

Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Per i vermi violentatori di Catania nessuno sconto - dice -. Certezza della pena e castrazione chimica!». «Quella sul blocco androgenico - spiega - è una proposta che la Lega deposita in Parlamento da almeno 20 anni. Non c'è nel contratto di Governo, non sarà quindi elemento di divisione, è qualcosa che sperimentalmente funziona da anni in una decina di Paesi occidentali, perché chi mette le mani addosso ad una donna o ad un bambino va riabilitato e curato farmacologicamente».

Lo contesta la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della commissione di inchiesta sul femminicidio: «Nessuna propaganda sul corpo delle donne - afferma - la violenza va affrontata con risposte concrete e di sistema, partendo da un profondo cambio culturale, non con slogan a buon mercato che rischiano per altro di essere controproducenti».

Per i carabinieri del comando provinciale, diretto dal colonnello Roberto Covetti, che hanno indagato, le prove sono chiare e circostanziate.

Nell'ordinanza si citano il video girato da uno dei tre durante lo stupro di gruppo, la testimonianza di un barista con il quale in due si vantano di avere avuto un rapporto con lei, le voci in sottofondo degli stupratori in uno dei 5 audio che la ragazza disperatamente, quanto inutilmente, ha inviato a un amico chiedendo soccorso e al quale ha mandato il Gps della sua localizzazione («non posso muovermi, sono senza l'auto», si è giustificato lui) e le 11 telefonate al 112 col suo cellulare in meno di un'ora senza che lei potesse parlare con l'operatore.

Ultimo aggiornamento: 19:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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