Raid Casamonica al bar, 4 arresti

Martedì 8 Maggio 2018
Raid Casamonica al bar, 4 arresti
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I padroni della Romanina finiscono in cella. I quattro appartenenti al clan dei Casamonica autori del raid in un bar alla periferia di Roma avvenuto la domenica di Pasqua sono stati arrestati dagli uomini della Mobile e dello Sco su richiesta dei pm dell'Antimafia.

Due sono stati bloccati nelle proprie abitazioni alle prime luci dell'alba, altri due, sentendosi braccati dopo poche ore di latitanza si sono costituiti ai carabinieri della stazione di Tor Vergata. «Questa cooperazione interistituzionale conferma che in Italia non c'è spazio per alcuna impunità», ha commentato dopo gli arresti il ministro dell'Interno, Marco Minniti, che si è complimentato con il capo della Polizia e con la Procura di Roma.

Nel corso delle fasi di arresto si è registrata anche una aggressione all'inviato della trasmissione Rai «Nemo», Nello Trocchia e del filmaker Giacomo del Buono che sono stati oggetto di insulti da parte dei familiari dei Casamonica che hanno spaccato una telecamera. A quasi quaranta giorni dal pestaggio nel bar «Roxy» la Procura di Roma ha ottenuto un provvedimento d'arresto in cui viene riconosciuta l'aggravante mafiosa nei confronti di Antonio Casamonica, Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio accusati a vario titolo di violenza privata, lesioni e danneggiamento.

I primi tre sono gli autori materiali dell'aggressione ai danni del gestore del bar e della donna che ha cercato, invano, di difendere il titolare dell'esercizio commerciale colpevole di non avere servito subito il caffè ai tre rampolli del clan. Enrico, il «nonno», ha invece cercato, due giorni dopo il pestaggio, di intimidire le vittime che avevano presentato denuncia prima offrendo denaro poi passando alle vie di fatto: «Allora volete la guerra», ha tagliato corto Di Silvio senior oggi posto ai domiciliari mentre i nipoti sono stati trasferiti a Regina Coeli e giovedì saranno interrogati dal gip Clementina Forleo. Gli inquirenti affermano di essere stati «fulminei» nell'azione e tengono a precisare che non c'è stata «nessuna minimizzazione e nessuna sottovalutazione del caso».

Nel provvedimento di venti pagine del gip vengono ricostruite le varie fasi della violenza figlia di dinamiche mafiose. «Appare evidente - scrive il magistrato - che i Casamonica e i Di Silvio siano assurti a padroni del territorio e che l'aggressione della donna prima e la spedizione punitiva nei confronti del barista, con annessa devastazione del locale dopo, abbiano costituito una rivendicazione di tale diritti».

In sostanza siamo in presenza di «una ostentazione del potere su un territorio che gli indagati considerano sottoposto al loro dominio: in altri termini, si è trattato di un modo per riaffermare il loro potere anche per disincentivare eventuali future reazioni rendendo evidente a tutti quale trattamento sarebbe stato riservato ai soggetti che non assecondavano il loro volere». Il gip, infine, definisce come «sconcertante» il comportamento «tenuto dai numerosi soggetti che hanno assistito all'aggressione». Persone rimaste «assolutamente passive non osando neppure allontanarsi dal locale per allertare le forze dell'ordine».

Una dinamica che ricorda l'aggressione al giornalista di Nemo, Daniele Piervincenzi, picchiato ad Ostia dal componente di un altro potente clan romano, quello degli Spada.

Anche in quel caso, come per il raid della Romanina, la Procura parlò esplicitamente di «mafia»..
 
 


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Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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