Carabinieri Piacenza, lockdown con le orge in caserma. In un barattolo la droga agli informatori

Venerdì 24 Luglio 2020 di Valentina Errante
Carabinieri Piacenza, il lockdown con i festini in caserma

Erano tutti sotto Giuseppe Montella. L'appuntato, al vertice della piramide di militari che torturava i pusher, spacciava droga, rubava agli spacciatori e compilava falsi verbali, comandava su tutti, anche sul suo diretto superiore, Marco Orlando, maresciallo della stazione Levante da mercoledì ai domiciliari. Lo smisurato potere gli era stato conferito da un ufficiale, il maggiore Stefano Bezzeccheri, sottoposto all'obbligo di dimora. E così nel delirio di onnipotenza, Montella, che tiene in un barattolo la droga da dare ai pusher pronti ad assicurargli arresti facili, che dopo essersi ubriacato con i colleghi può permettersi di dormire in caserma e falsificare i turni di servizio, organizza anche un'orgia nell'ufficio di Orlando in pieno lockdown. Emerge dall'inchiesta della Procura di Piacenza che lo ha fatto finire in carcere. «Voglio fare un brindisi alla bellezza della Caserma, nonostante la comandi una merda», dice Salvatore Cappellano, uno dei militari in manette.

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L'ORGIA
È il 3 maggio, l'Italia è blindata. Vietato uscire e incontrarsi, ma alla stazione Levante le regole sono altre. Montella racconta al collega Cappellano di avere organizzato per Giacomo Falanga, un altro militare in manette, un'orgia nell'ufficio di Orlando. «Gliene ho portate due - dice - Giacomo si è visto quelle due, non sapeva cosa fare». Nella foga Manuela «ha buttato il cappello di Orlando, la giacca, tutte le pratiche per terra, mamma mia che bordello». Aggiunge il gip: «Non sono forse ravvisabili reati in simili condotte, ma dalla descrizione traspare ancora una volta il totale disprezzo per i valori della divisa indossata dagli indagati, metaforicamente gettata a terra e calpestata, come quella del loro Comandante durante il festino appena rievocato».

SCATOLA DELLA TERAPIA
La «scatola della terapia», così, alla caserma Levante, chiamavano il barattolo con la droga da dare ai pusher che avessero fatto i nomi di altri spacciatori, consentendo ai carabinieri perquisizioni e arresti in flagrante. Agli atti, il verbale di uno di loro: «Posso riferire che la droga viene conservata all'interno di un barattolo, che veniva riempito parzialmente e in queste occasioni Montella me lo agitava davanti per far capire che era quasi vuoto e che c'era bisogno di altre informazioni per poterlo riempire».
La droga era la terapia: «Preciso - si legge nel verbale - che nel periodo di collaborazione con Montella, la terapia mi veniva data da lui all'incirca ogni due giorni, oltre ai quantitativi pattuiti a seguito degli arresti effettuati.

L'UFFICIALE
Voleva risultati, Bezzeccheri. Arresti. Lo dice chiaramente a Montella, gli spiega che «in una riunione operativa con il Comandante Provinciale alla presenza di tutti gli ufficiali» ha parlato «dei brillanti risultati di servizio conseguiti in passato dalla Stazione Levante, che lui desidera vengano ribaditi. Sa degli abusi. Ma l'obiettivo è un altro. E decide per questo di bypassare Orlando: «Io voglio parlare direttamente con voi, poi Orlando lo metto a posto io; così come l'anno scorso, dicevo: «Alla Levante non gli dovete rompere i c... coi servizi, ordine pubblico, scorte, perché dovevate fare un certo tipo di lavoro e effettivamente, diciamo, i numeri parlano ma anche i fatti». Scrive il gip nell'ordinanza: «Il ruolo di questi Ufficiali dell'Arma, tra l'atteggiamento di disinteresse e superficialità, proprio di Orlando, e quello di esclusiva attenzione al numero degli arresti a fini carrieristici, tipico di Bezzeccheri, hanno consentito al sistema di illecite privazioni della libertà personale, ideato da Montella, di proliferare, anche nel periodo del contagio da virus Covid-19».

IL GARAGE
L'appuntato Montella lavorava anche per i pusher. Tra i capi di imputazione c'è anche l'accusa di avere ricevuto 500 euro come compenso per il trasporto della droga. Il 21 febbraio scorso viene captata, dal trojan installato sul cellulare, una conversazione con uno spacciatore: «Così ti tiri su i 500 euro, te li tieni solo per il viaggio», gli dice il pusher che affida all'appuntato la merce in attesa di piazzarla. La droga sarà custodita nel garage del carabiniere: «Quindi, questi qua che dobbiamo fare - dice Montella - li dobbiamo mettere in garage?». E lo spacciatore: «Sì, un po' te li lascio a te, magari se me li tieni te». E l'appuntato: «Sì, sì, me li tengo io, ho il garage». «Dopo, per bene, cominciamo», dice lo spacciatore. E Montella: «Sì, sì, adesso ci organizziamo fatto bene».
 

Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 00:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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