Bochicchio, non si trova il dna per identificare il corpo. Prelievi sul fratello

La genetista si accorge che non c’è traccia del campione del broker nella banca dati della polizia

Giovedì 21 Luglio 2022 di Valeria Di Corrado
Bochicchio, non si trova il dna per identificare il corpo. Prelievi sul fratello

Un mistero nel mistero. Dopo un mese dall’incidente sulla Salaria, non si ha ancora certezza sull’identità dell’uomo in sella a una Bmw che il 19 giugno si è schiantato contro il muro di cinta dell’aeroporto dell’Urbe, andando a fuoco. Il corpo carbonizzato era infatti irriconoscibile, ma la targa della motocicletta corrispondeva a quella di Massimo Bochicchio, il broker accusato di aver truffato decine di vip raccogliendo investimenti milionari, senza poi restituire loro né gli interessi, né il capitale.

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Bochicchio, mistero Dna: chi è la genetista incaricata

La Procura di Roma, che indaga per istigazione al suicidio, ha incaricato la genetista dell’Università della Sapienza Paola Grammatico di eseguire una comparazione del dna prelevato dagli organi della vittima al momento dell’autopsia, con il campione che avrebbe dovuto essere conservato nella Banca dati nazionale del dna, presso la direzione centrale della Polizia Criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza, quando Bochicchio venne arrestato l’8 luglio 2021 all’aeroporto di Giacarta con l’accusa di riciclaggio internazionale, sulla base di un’inchiesta della Procura di Milano, ed estradato in Italia.

 

Ora, a distanza di un mese, si scopre che quel campione non è stato conservato nella Banca dati nazionale o comunque non è utilizzabile per la comparazione.

Tant’è vero che la genetista, solo martedì scorso, ha dovuto prelevare il dna da Tommaso Bochicchio, fratello del broker. Quindi, a partire da ora, bisognerà attendere altre settimane per sapere se c’è una compatibilità, il cosiddetto “match”, tanto da decretare che il corpo carbonizzato del centauro morto sulla Salaria sia quello del broker.

Rabbia e sospetti

Ovviamente, questo ritardo nell’accertamento dell’identità, non fa altro che alimentare sospetti e dubbi in una storia dai contorni già poco chiari. Tra i truffati, infatti, in molti pensano che Bochicchio non sia realmente morto. La famiglia, dal canto suo, è adirata perché non può ancora celebrare il funerale e dare sepoltura al proprio caro. Il dolore, ogni giorno, si rinnova. Il medico legale dovrà stabilire se la causa del decesso è stata un malore, magari dovuto a un calo glicemico (considerato che il 56enne era malato di diabete).

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L'ipotesi dell'ictus o infarto

Al momento però sembra esclusa una morte per ictus o infarto. Così come hanno dato esito negativo i primi esami tossicologici: la vittima dell’incidente non aveva assunto sostanze stupefacenti o alcolici. L’alternativa è che Bochicchio si sia tolto la vita, magari perché era pressato dalle minacce dei suoi creditori e sapeva di non poter restituire loro i soldi. Perché scegliere, però, di schiantarsi con la moto contro un muro? Forse per far incassare alla sua famiglia una polizza assicurativa sulla vita e metterli al riparo dalla «gente brutta brutta» di cui parlava la moglie.

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L'indizio del braccialetto elettronico

Al momento l’unico indizio sulla paternità del cadavere è il braccialetto elettronico che aveva a una caviglia, ma che non può aiutare a capire dove fosse andato e chi avesse incontrato prima dell’incidente. Nelle due ore di permesso che gli erano state accordate, durante il regime dei domiciliari, il braccialetto veniva infatti spento e, quindi, non ha lasciato una traccia del gps. Per riuscire a colmare quelle due ore di buco, i vigili hanno acquisito le immagini delle telecamere di via Salaria. Una perizia su ciò che resta della sua moto customizzata servirà inoltre escludere un malfunzionamento (o addirittura una manomissione) dell’impianto frenante.

Ultimo aggiornamento: 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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