Bimbo morto in metro, tre denunciati per omicidio colposo

Venerdì 10 Luglio 2015
Bimbo morto in metro, tre denunciati per omicidio colposo
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Un addetto dell'Atac e due vigilantes in servizio ieri pomeriggio. Sono tre le persone denunciate per concorso in omicidio colposo, iscritti nel registro degli indagati dalla Procura, per la morte del bimbo precipitato ieri nel vano ascensore della fermata Furio Camillo della metro A di Roma. Domani l'autopsia sul corpicino del piccolo Marco.

Secondo gli inquirenti si tratterebbe dell'autore materiale della manovra sbagliata costata la vita al piccolo e dei due vigilantes presenti al momento dell'incidente.

Sulla vicenda sono ancora in corso le indagini dei carabinieri della compagnia piazza Dante che hanno vagliato le immagini delle telecamere e ascoltato testimoni.

Sarà invece sentito nelle prossime ore il dipendente della municipalizzata dei trasporti, ancora ricoverato all'ospedale San Giovanni in stato di choc. A quanto ricostruito finora il 33enne ha risposto all'interfono quando madre e figlio sono rimasti bloccati nell'ascensore e ha cercato di tranquillizzarli. Poi per aiutarli avrebbe deciso di intervenire, nonostante non fosse preposto a farlo.

Così, dopo averli raggiunti con un elevatore parallelo, avrebbe tolto il pannello senza mettere una pedana per coprire il vuoto al centro. È stata questione di un attimo e il piccolo, vedendo la porta aprirsi nel buio, si è lanciato nel vuoto precipitando per circa 15 metri. «Mi è scivolato dalle mani» avrebbe ripetuto sconvolta la madre raccontando che il figlio, sceso dal passeggino, era davanti a lei. Secondo quanto si è appreso, al momento i familiari del bambino non avrebbero presentato denuncia. Accanto a loro ancora gli psicologi del comune di Roma che cercano di sostenerli.

La salma è stata portata al policlinico Tor Vergata per l'autopsia che è stata disposta per domani. Solo dopo potranno essere celebrati i funerali. Per quel giorno il sindaco Ignazio Marino ha proclamato il lutto cittadino. Ed è stata riaperta oggi la stazione. Davanti all'ascensore teatro della tragedia e ancora sotto sequestro aumentano di ora in ora i mazzi di fiori, biglietti, peluche e ceri votivi che i cittadini stanno lasciando per esprimere vicinanza e cordoglio alla famiglia del piccolo. «Un angelo è andato in cielo» si legge in uno dei tanti biglietti lasciati.

Accanto al foglietto una rosa rossa attaccata alle porte dell'ascensore. «Sono una mamma e una nonna - ha detto una donna - mi sono sentita in dovere di portare un fiore. È una tragedia enorme che non può lasciarci indifferenti». È una delle tante voci degli abitanti del quartiere che hanno voluto testimoniare il proprio dolore ed esprimere solidarietà alla famiglia perchè, dicono in molti, «un bambino di 5 anni non può morire così».

A Napoli autisti con il lutto al braccio. «Siamo profondamente rattristati: quello che è successo a Marco, il bambino che ha perso la vita nell'ascensore della metro di Roma, è paragonabile a una tragedia nazionale. In segno di solidarietà abbiamo invitato tutti i dipendenti Anm (Azienda Napoletana Mobilità) a portare un bracciale nero o un segno distintivo di lutto sulla camicia aziendale durante il proprio turno di lavoro ricomprese nelle fasce di sciopero». Ad annunciare l'iniziativa è Marco Sansone, del coordinamentoBAnm Usb Lavoro Privato. Domani l'Usb ha indetto uno sciopero di 24 ore del personale dell'azienda napoletana di mobilità per protestare anche contro i tagli alla sicurezza.

«I continui tagli al Trasporto Pubblico Locale - è scritto ancora nella nota dell'Usb - provocano effetti devastanti sull'occupazione e sulla sicurezza dell'esercizio. La mancanza nelle stazioni di un numero 'adeguatò di personale, capace di fronteggiare tempestivamente le emergenze, si traduce esclusivamente in mancanza di sicurezza per gli utenti e per i dipendenti».

«Questa tragedia - conclude Sansone - possa essere di monito a tutti coloro che, in Anm, in un contesto di razionalizzazione della spesa, perseverano nel percorso di monetizzazione della sicurezza a fronte di un aumento dei carichi di lavoro e mansioni da svolgere. Le squadre di emergenza devono trovarsi sul posto e in tutte le stazioni: la sicurezza dell'esercizio è un diritto non un lusso».

Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 09:18

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