Sensibile, gentile e risoluta. Con una «dedizione totale alla sua professione» e «molta umanità». Questo e tanto altro era Barbara Capovani, 55 anni, psichiatra dell'ospedale Santa Chiara di Pisa e mamma di tre figli, che venerdì scorso è stata uccisa a sprangate da un ex paziente.
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LE PASSIONI
Una passione, quella della donna, che ha trasmesso alla figlia Alice insieme al sorriso dolce e alla folta chioma di capelli rossi. Sul profilo Facebook della ragazza, la foto di un abbraccio con la madre ha preso adesso il posto di quella di lei con la corona d'alloro e la tesi di laurea tra le mani. Medico specializzando in ginecologia e ostetricia, Alice ha scelto di seguire le orme della mamma nella sanità. Barbara lascia altri due figli: la più giovane è quasi maggiorenne, l'altro di 27 anni ha scelto anche lui Medicina. Nei giorni scorsi l'ex marito Giorgio Nappini, commercialista lucchese, è rimasto sempre fuori dall'ospedale Cisanello, dove era ricoverata la donna, insieme ai figli Alice e Piergiorgio.
Ma oltre che una madre e una psichiatra, Barbara Capovani era un'amante della vita all'aria aperta, della corsa e soprattutto degli animali. I cani, in particolare, erano una delle sue più grandi passioni. Soltanto pochi mesi fa, grazie a lei, nasceva un progetto di pet therapy per i pazienti ricoverati nel reparto di psichiatria della Asl Toscana. «Il rapporto con gli animali e in particolare con i cani - sosteneva la primaria - accresce la disponibilità relazionale e comunicativa, stimola la partecipazione e riduce la componente ansiosa». Anni fa aveva adottato un Cane Corso e, secondo chi le era vicino, rappresentava per lei «un amore incondizionato di cui aveva bisogno per staccare dal suo duro lavoro, che amava pur immensamente».
I FUNERALI
Solare e combattiva, Barbara sarà seppellita dopo un funerale in forma strettamente privata, non prima di venerdì prossimo. L'uomo ritenuto responsabile della sua morte, Gianluca Paul Seung, è stato sottoposto a fermo per omicidio volontario premeditato, e l'interrogatorio di garanzia è fissato per domani mattina. A quanto si apprende, la linea della difesa sarà quella di avvalersi della facoltà di non rispondere. E parla Alfredo Sbrana, lo psichiatra che aveva in cura l'uomo prima di Barbara: «Se l'era presa anche con me, faceva così: è stata una vendetta pianificata. Se avessi firmato io quel referto avrebbe potuto uccidere me». Nel frattempo, a esprimere cordoglio per la tragedia, tra le centinaia di messaggi comparse in queste ore sui social network, anche l'Area medica dell'Università di Pisa, che ricorda Barbara come «una persona speciale, che sapeva unire le competenze professionali a una carica umana non comune».