Roma, aveva 287 foto hard di bambine nel computer: 30enne di Ariccia condannato a otto mesi

Bambine in intimo donna, costrette a pose osè e immortalate mentre sono obbligate a rapporti sessuali con adulti. Le immagini degli abusi, diffuse in rete sono finite nel computer dell'imputato

Sabato 12 Novembre 2022 di Erika Chilelli
Roma, aveva 287 foto hard di bambine nel computer: 30enne di Ariccia condannato a otto mesi

Era accusato di avere diffuso un'immagine pedopornografica sul web e di custodire 287 file con le immagini di ragazzine minorenni in pose ammiccanti o costrette ad avere rapporti sessuali con adulti. Alla fine, M.M, un 30enne di Ariccia, è stato condannato, con rito abbreviato, a otto mesi di reclusione, pena sospesa, nonostante il pm Pietro Pollidori avesse chiesto 4 anni.

Il giudice ha derubricato l'accusa di detenzione a pornografia virtuale e lo ha condannato soltanto per pornografia virtuale.

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L'INDAGINE
Bambine in intimo donna, costrette a pose osè e immortalate mentre sono obbligate a rapporti sessuali con adulti. Le immagini degli abusi, diffuse in rete sono finite nel computer dell'imputato, salvate in una cartella e ritrovate dalla polizia postale di Roma nel corso di una perquisizione effettuata a febbraio del 2021. In tutto 287 fotografie.
A portare gli agenti della Polizia postale in casa dell'uomo dall'uomo era stata una traccia lasciata in rete nel 2017. Un indirizzo IP, assegnato alla sua utenza telefonica, con un profilo sulla piattaforma Kik, aveva diffuso un'immagine pedopornografica di una minorenne. Così erano partite le verifiche, fino al ritrovamento di quella cartella con tutte le immagini.
Il 30enne, che aveva scelto il rito abbreviato dopo la richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico, è stato condannato per una fattispecie di reato più lieve.


LA DIFESA
La tesi difensiva, infatti ha retto: l'imputato ha sostenuto di avere scaricato inconsapevolmente la cartella contenente i file. La scelta del giudice è stata accolta così dal suo difensore, l'avvocato penalista Andrea Di Pietro: «Sono contento perché è stato assolto dal reato di diffusione e la detenzione è stata derubricata, anche se è una pena mite non sono d'accordo con la sentenza e faremo appello», e ancora, ponendo l'attenzione sui rischi del web: «In questo tipo di reati dev'essere posto l'accento sulla consapevolezza della detenzione di questo materiale. Spesso si trova in cartelle che vengono scaricate inconsapevolmente».


ONLINE
Vendute, diffuse, scaricate e desiderate. Il terreno di caccia delle immagini pornografiche di bambini, anche piccolissimi, per i predatori è il web. Nel corso del 2021 sono stati 5.316 i casi di pedopornografia trattati dalla Postale, con un incremento del 47% rispetto all'anno precedente (3.243).
In crescita anche il numero dei minori approcciati sul web da adulti, lo scorso anno sono stati 531, in maggioranza con un'età inferiore ai 13 anni (338 minori, quasi il 64% di cui 306 nella fascia 10-13 anni), ma crescono pure i casi di adescamento online dei bambini nella fascia 0 - 9 anni (32 casi). Lo scorso giugno un imprenditore romano, 48enne, è stato accusato di pedopornografia. L'imprenditore era stato già arrestato nel 2018 per detenzione di un ingente quantitativo di file pedopornografici e aveva appena terminato di scontare la condanna. Ma gli agenti della polizia postale lo hanno intercettato su una piattaforma di messaggistica mentre, in inglese, stava manifestando interesse sessuale nei riguardi di alcuni minori. Secondo gli inquirenti avrebbe fatto le foto della figlia per entrare a far parte di un gruppo esclusivo di scambio di materiale del genere. Agli utenti della chat avrebbe dichiarato di avere due figlie, una di 14 e l'altra di 6 anni.

Ultimo aggiornamento: 07:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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