Terminillo, muore Antonio Muredda, l’osteopata della Nazionale: precipitato per 200 metri

Domenica 27 Marzo 2022 di Alessia Marani
Terminillo, scivola durante una passeggiata e precipita in un pendio: morto escursionista romano
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Giù per duecento metri lungo un dirupo nella zona del Monte Elefante, al Terminillo. L’escursione domenicale in montagna finisce in tragedia per un osteopata romano di 42 anni, Antonio Muredda, molto conosciuto e apprezzato nella Capitale, già nello staff della nazionale di basket paralimpica. L’uomo era in compagnia di un amico quando, improvvisamente, è scivolato sul pendio erboso, non ghiacciato e ormai neanche più coperto dalla neve, rotolando dalla cresta a valle fin quasi sulla strada che porta verso il comune di Micigliano. Nessun appiglio a cui aggrapparsi per mettersi in salvo, Muredda ha sbattuto più volte contro le rocce affioranti e le lesioni gli sono state fatali.
A dare l’allarme l’altro escursionista, rimasto sotto choc subito dopo l’accaduto.

Il quarantaduenne è deceduto praticamente sul colpo e a nulla è servita l’imponente e immediata mobilitazione dei soccorsi messa in campo da Finanza, Soccorso alpino, Polizia, 118 e Vigili del fuoco intervenuti con l’elicottero per il recupero del corpo.

 
L’AMICO E IL PITBULL
L’incidente è avvenuto intorno alle 14. I due amici erano stati a pranzo in un ristorante del posto poi la passeggiata, una delle tante che il professionista amava fare nel week-end quasi sempre insieme allo stesso amico e, a volte, anche all’adorato pitbull di lui.


Muredda, originario del quartiere Montemario, a nord della Capitale, aveva aperto uno studio in via Ada Negri, a Talenti, ma una volta alla settimana riceveva anche in Prati. Dopo avere iniziato Ingegneria all’Università, aveva scoperto la passione per l’osteopatia. «Lavorava in palestra come personal trainer e nel frattempo studiava per specializzarsi», ricorda Alessia Ferri, un’amica e paziente. «Giovedì ero stata da lui e mi aveva anticipato la gita al Terminillo. Faceva escursioni di media difficoltà, perlopiù sull’Appennino centrale, con lui quasi sempre un amico e il suo cane. Era una brava persona», racconta in lacrime. 


GLI STUDI
Muredda dopo avere lasciato Ingegneria si era iscritto al Cerdo, Centre pour l’Étude, la Recherche et la Diffusion Ostéopathiques, una delle scuole di settore più prestigiose, dove si era subito distinto per gli ottimi voti. «Aveva superato tutti gli esami alla prima prova ed era sempre molto disponibile, pronto ad aiutare gli altri», racconta la collega Chiara Bisceglie, con la quale, all’ultimo anno di lezioni, aveva girato il video “Vita da studenti di osteopatia” per partecipare a un concorso nazionale di categoria. 


«Lui era più grande di me e non lesinava consigli e “dritte” per passare le sessioni - spiega - I suoi voti erano sempre altissimi e il suo percorso brillante continuava nel mondo del lavoro. Era tra i più bravi, sia con gli adulti che con i bambini, in ambito pediatrico e per questo molto ricercato». Anche Andrea, un altro amico di corso, è sconvolto. «Non riesco ancora a crederci - dice - se penso a tutte le giornate di studio impegnative, full time, che abbiamo passato, alla fatica che ha fatto... Antonio era una persona discreta, timida, ma solare, era tempo che non ci sentivamo più, ma ogni tanto vedevo le sue “stories” delle gite in montagna».


IL DIRETTORE SPORTIVO
Sconvolto anche lo staff della Federazione italiana pallacanestro in carrozzina. Carlo Di Giusto, romano doc e direttore tecnico della nazionale ricorda «l’avventura ai Mondiali in Germania, era il 2018, lui si mise subito a disposizione. Un professionista serio e scrupoloso, un uomo in gamba che mancherà a tutti. Ci stringiamo ai familiari».
A quanto pare per l’escursione di ieri Muredda e l’amico non avevano un equipaggiamento particolarmente adatto. Forse il pendio si è rivelato più difficoltoso del previsto. Per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente, a ogni modo, sarà aperta un’inchiesta.

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 15:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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