Lei aveva più di 80 anni, lui appena 21 quando cominciarono a frequentarsi. «Era la persona più autonoma e indipendente che io abbia mai conosciuto in ogni aspetto della sua vita», racconta Andrea Piazzolla, il trentacinquenne factotum dell’attrice Gina Lollobrigida, morta lo scorso gennaio, che ora rischia una condanna a sette anni e mezzo per circonvenzione di incapace.
I dieci milioni spesi
«Non ho mai pensato neanche lontanamente di manipolarla ma anche se avessi voluto sarebbe stato impossibile - dice in un'intervista al Corriere della Sera - era la persona più autonoma e indipendente che io abbia mai conosciuto in ogni aspetto della sua vita. Gina aveva detto di non voler lasciare nulla al figlio dopo che lui l'aveva sottoposta a quella che lei riteneva una umiliante gogna mediatica.
Il rapporto con Gina
«Ho cercato sempre la sua felicità - continua - Nel corso del mio rapporto con Gina ho ricevuto minacce, telefonate e lettere anonime e Gina lo sapeva, così come sapeva che per quei fatti era stata presentata una denuncia. Ho trovato ingiusto che nel processo sia stato enfatizzato che Gina, in un momento di grave difficoltà per lei nel corso della perizia come anche il consulente della parte civile ha detto, si sia confusa circa una rapina avvenuta negli anni Sessanta». «Non è una strategia difensiva è la verità: Gina era molto triste quando l'ho conosciuta, mi inorgoglisce il fatto che lei stessa abbia detto a tutti come grazie a me avesse ritrovato la gioia di vivere».
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