Alessio Madeddu, lo chef massacrato a colpi d'ascia. «Una spedizione punitiva»

Assassinato davanti al suo ristorante, partecipò a "4 Ristoranti"

Venerdì 29 Ottobre 2021 di Valentina Errante
Alessio Madeddu, lo chef massacrato a colpi d'ascia. «Una spedizione punitiva»

Un'esecuzione: massacrato di botte e colpito ripetutamente con un'accetta e altre armi da taglio al fianco, al collo e alla schiena. È morto così Alessio Madeddu, 52 anni, pescatore e cuoco di Teulada, che aveva avuto una breve stagione di notorietà grazie alla partecipazione al programma Sky, condotto dallo chef Alessandro Borghese «4 Ristoranti». Ieri mattina la figlia, che era andata a trovarlo lo ha trovato in una pozza di sangue, davanti al suo ristorante Sabor'e Mari, in località Porto Budello a Teulada, sulla costa sud occidentale della Sardegna.
I carabinieri del Nucleo investigativo di Cagliari e gli specialisti del Ris, oltre ai parenti, stanno ancora interrogando alcuni soggetti con i quali Madeddu, che aveva un'indole aggressiva, aveva avuto alcuni scontri.

Alessio Madeddu ucciso, l'accetta e il Dna

 

Madeddu era domiciliari dal marzo scorso, dopo la condanna a sei anni e otto mesi per aver aggredito due carabinieri e aver ribaltato la loro auto, utilizzando una ruspa.
Aveva prima trascorso cinque mesi in carcere a Uta e, dopo la sentenza di primo grado, aveva ottenuto un'attenuazione della misura, doveva rimanere nella casa, collegata al ristorante.

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LE INDAGINI
Gli specialisti del Ris, accanto al cadavere, hanno recuperato l'accetta utilizzata per il delitto e individuato numerose tracce di sangue, non solo vicino al corpo, ma lungo la via che conduce all'ingresso del ristorante.

Sulla strada è stata trovata anche la copertura del cerchio di un'auto, che gli assassini potrebbero aver perso durante la fuga. Adesso dalle tracce ematiche ritrovate sul luogo del delitto sarà estratto il Dna.


L'ipotesi è che la vittima, durante la violenta aggressione, messa in atto da più persone, abbia reagito e ferito gli assassini. Gli investigatori sono convinti che si sia trattato di una spedizione punitiva messa in atto da persone che Madeddu conosceva. Il movente per il momento non è chiaro, nemmeno i familiari, arrivati sul posto, hanno saputo fornire agli investigatori elementi utili. Anche il legale che ha difeso lo chef durante il processo per l'aggressione ai carabinieri non si sbilancia in alcuna ipotesi.

«Lo avevo sentito due giorni fa - racconta l'avvocato Gianfranco Trullu - era tranquillo, stava lavorando, ci stavamo preparando per l'appello. Questa mattina mi ha chiamato la figlia mentre ero in tribunale e mi ha detto cosa era accaduto». I militari dell'Arma hanno già sentito amici, parenti e conoscenti dello chef per ricostruire le ultime ore di vita. L'attenzione si è però concentrata su alcuni sospettati che sono stati rintracciati e portati in caserma a Teulada. A coordinare le indagini, il pm Rita Cariello, la stessa che il 2 novembre 2020 fece arrestare lo chef con l'accusa di tentato omicidio per l'aggressione ai carabinieri. Una vicenda singolare: quel giorno il cuoco finì fuori strada con il suo furgone. I carabinieri intervennero per rilevare l'incidente e chiesero a Madeddu di sottoporsi al test con l'etilometro, ma lui rifiutò e gli fu ritirata la patente. Dopo qualche minuto tornò in zona a bordo di una ruspa e travolse l'auto dei carabinieri.

 


L'AGGRESSIONE AI CARABINIERI
Era il 2 novembre 2020 e la puntata di «4 Ristoranti», alla quale lo chef sardo aveva preso parte non era andata bene. La sconfitta lo aveva prostrato al punto che Madeddu aveva anche ipotizzato una «complotto»: «Meritavo, sono deluso». Quell'esperienza al reality dei cuochi dice chi lo conosceva aveva accentuato la sua indole egocentrica. Ed era stato proprio quel 2 novembre che una pattuglia lo aveva fermato, Madeddu aveva esibito i documenti controvoglia e rifiutato l'alcol test, ma non aveva digerito il verbale firmato da uno dei militari che non soltanto prevedeva la multa ma anche il ritiro della patente: «La pagherete».
Dopo poco era tornato alla guida di una ruspa e aveva rovesciato la jeep, tentando di travolgere i carabinieri. Dopo l'arresto per tentato omicidio, danneggiamento e resistenza era arrivata la condanna a sei anni e otto mesi.

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 01:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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