Alessandro Femia morto nel rogo dell'auto dopo un incidente con un bus a Roma, il papà: «Mio figlio lasciato solo come un cane, poteva essere salvato»

La tragedia di Centocelle, lo sfogo del padre: "Non facevano avvicinare le persone alla sua macchina per paura che esplodesse tutto. Ma Alessandro è rimasto lì ed è morto"

Giovedì 30 Marzo 2023 di Martina Stella
Alessandro Femia morto nel rogo dell'auto dopo un incidente con un bus, il papà: «Mio figlio lasciato solo come un cane, poteva essere salvato»

È passato un anno esatto dalla tragedia di Centocelle. Il 26 marzo 2022 alle 04:37 del mattino il 25enne Alessandro Femia perdeva la vita in un terribile incidente stradale dopo essersi schiantato contro un autobus a metano. «Volevano capire chi fosse mio figlio, perché fosse lì e se avesse dei tatuaggi» inizia così il racconto di Anselmo, il papà del giovane ragazzo romano. «Ho spiegato loro che Alessandro era un bravo ragazzo, un grande lavoratore» queste le prime dichiarazioni dell’uomo convocato in caserma verso le 13:30 dello stesso giorno, dopo essere rientrato di corsa in città perché fuori Roma.

 

La ricostruzione dei fatti

«Mio figlio è morto per i fumi inalati - riprende Anselmo - non per l’esplosione, non per un colpo. Poteva essere salvato, ma nessuno e non capisco perché, si è accorto che lui fosse ancora in macchina privo di sensi. Non facevano avvicinare le persone alla sua macchina per paura che esplodesse tutto. Ma Alessandro è rimasto lì, da solo come un cane». E solo alle 7:00 del mattino si accorgono di lui, ma ormai è troppo tardi.

L’ipotesi di un furto, una rapina, la presenza di un’ambulanza sul posto che poteva intervenire e una perizia tossica fatta il giorno dopo, troppe cose che non tornano ancora.

Alessandro Femia morto a Roma nel rogo dell’auto. «Poteva essere salvato»

L'appello del papà e la Fiat 500

«Voglio solo la verità – l’appello del papà – troppe tesi che non tornano. Troppe testimonianze e video che non combaciano con quello che mi hanno raccontato. Chi ha visto qualcosa quella maledetta notte, parli. Non bisogna avere paura, è puro senso civico. In particolare in alcune riprese si vede una fiat 500. Potrebbe essere bianca. Chi era alla guida di quella macchina ha visto la scena completa. Fatevi avanti».

Il tempo passa, ma la richiesta rimane la stessa: cercare giustizia e verità. Una lettera, una messa nella chiesa di San Clemente e una giornata di volantinaggio, per non dimenticare a distanza di 365 giorni, ma soprattutto «per fare luce su quanto accaduto, sicuri che ci siano ancora delle verità nascoste alle quali (parenti ed amici ndr) siamo vicinissimi». Tante le modalità per contattare la famiglia, anche in forma anonima, dalla pagina Facebook “Verità Per Vincenzo Alessandro Femia” all’apposita email veritaperalessandro@yahoo.it. L’importante è che, chi sa, non rimanga in silenzio.

Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 10:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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