Alberto Genovese «vigile e lucido durante le violenze. cercava solo il massimo piacere personale»: le motivazioni della sentenza di condanna

L'ex imprenditore del web condannato a 8 anni e 4 mesi per aver stuprato due ragazze dopo averle drogate

Mercoledì 23 Novembre 2022
Alberto Genovese «spregiudicato, cercava solo il massimo piacere personale»: le motivazioni della sentenza di condanna

«Lo scopo perseguito» da Alberto Genovese «è stato sempre evidentemente quello della ricerca del massimo piacere personale». Lo scrive il gup di Milano Chiara Valori nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso settembre ha condannato a 8 anni e 4 mesi l'ex imprenditore del web, accusato di aver violentato, dopo averle stordite con un mix di droghe, due giovani vittime. 

Alberto Genovese, nuove accuse: altre violenze sessuali e possesso di materiale pedopornografico

Genovese, le motivazioni della sentenza

Si tratta di una 23enne a Ibiza nel luglio 2020 e una 18enne quasi tre mesi dopo nell'attico suo attico milanese chiamato Terrazza Sentimento.

Per il giudice «appare pregnante anche l'intensità del dolo e la spregiudicatezza con cui l'intento edonistico è stato perseguito». 

Le telecamere interne della camera di Terrazza Sentimento mostrano come Alberto Genovese «abbia sempre agito in condizioni vigili, mentre l'unica che versava in uno stato di sostanziale incoscienza» era la modella 18enne. Lo sottolinea il gup. Respinta, come si legge, la tesi difensiva della seminfermità mentale, anche legata all'uso di cocaina. Per il giudice il «comportamento» di Genovese è anche «apparso lucido e orientato sin dalle ore immediatamente successive ai fatti».

Per il gup, la lucidità di Genovese è confermata dal fatto che, dopo gli abusi del 10 ottobre 2020 sulla 18enne, ha cercato «di far sparire le registrazioni video» e ha consegnato «8mila euro a Daniele Leali per mettere a tacere» la vittima. Inoltre, «tra il 4 e il 5 novembre ha anche pagato del denaro» ad un'altra ragazza «probabilmente per analoga ragione». Per il gup «non può dirsi in alcun modo dimostrato che il particolare funzionamento psichico di Alberto Genovese» sia mai «evoluto in un disturbo della personalità, né vi è prova che ciò lo abbia incolpevolmente indotto alla tossicomania». Ciò che, invece, risulta «in modo palese» è che le sue condotte, ma anche quelle dell'ex fidanzata condannata a 2 anni e 5 mesi per concorso nella violenza di Ibiza, «siano state pesantemente condizionate dall'uso massiccio e prolungato di stupefacenti». Il legale di parte civile della 18enne, l'avvocato Luigi Liguori, aveva criticato la provvisionale da 50mila euro disposta dal giudice a fronte di un'istanza per danni, anche fisici, da quasi 2 milioni. Il gup chiarisce che la stessa ragazza ha riferito che aveva già deciso di «abbandonare» la strada di modella, «indipendentemente dai fatti» del processo. E spiega anche che dalle «conversazioni intercettate» risulta che non abbia «mutato stile di vita».

«Attraeva ragazze con lusso e feste con vip»

«Le condotte ascritte ad Alberto Genovese appaiono contraddistinte da particolare gravità, considerato soprattutto l'evidente squilibrio - per età, capacità, censo - sussistente tra la sua posizione e quella delle ragazze che frequentavano le sue feste, tutte giovanissime ed attratte dalla presenza di personaggi del mondo dello spettacolo e dal lusso come specchietti per le allodole», scrive il gup. Il giudice sottolinea anche come «l'offerta di sostanze stupefacenti di buona qualità, in quantitativi pressoché illimitati, senza pagamento» durante i party dati da Genovese, «appariva dunque particolarmente» nociva «sia per la salute delle ragazze che, come si è visto, per quel che accadeva dopo, quando erano ormai ridotte in condizioni di non poter opporre alcuna forma di resistenza o anche di semplice diniego».

Ultimo aggiornamento: 17:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci