Thomas Bricca, gli amici sbagliati di un finto duro: «Seguiva il gruppo, ma il leader non era lui»

Il racconto di amici e compagni di scuola

Mercoledì 1 Febbraio 2023 di Camilla Mozzetti e Andrea Tagliaferri
Thomas Bricca, gli amici sbagliati di un finto duro «Seguiva il gruppo, ma il leader non era lui»

Lo sguardo da duro, da sfoggiare all'occorrenza, per non sentirsi escluso da quel gruppo con cui aveva iniziato ad uscire da tempo e che negli ultimi tre giorni era rimasto invischiato in uno scontro con una banda antagonista. C'era solo questo da risolvere, solo questo a cui dedicare tempo, parole, ed energie. Ma Thomas, per chi lo conosceva davvero, aveva solo l'atteggiamento da duro, che veniva fuori per l'esigenza di sentirsi parte di qualcosa. E se quel qualcosa è un gruppo di bulletti che ti fa sentire importante in mezzo al nulla i rimorsi di coscienza possono attendere. Vittima è vittima, Thomas Bricca, perché colpito alla testa da un proiettile indirizzato forse a qualcun altro.

Ma anche vittima di se stesso, prima di lunedì, inconsapevole di esserlo e al contrario pensando forse di stare dalla parte giusta. Mamma Federica è accorata. Una famiglia normale la sua, a parte qualche trascorso da parte del padre, storico titolare della principale officina della città, ereditata a sua volta dal nonno di Thomas. «Un uomo che da ragazzo ha avuto qualche momento diciamo così di esuberanza», confida chi con il padre del ragazzo ci è cresciuto.

E poi lui, il 18enne, iscritto all'istituto tecnico Pertini, percorso Chimico. Mai un'annotazione sul registro, studente modello, concordano preside e insegnanti anche se Thomas con la chimica non andava molto d'accordo e avrebbe forse voluto cambiare scuola. Di certo un «trascinatore», confidano gli amici. Appassionato della Roma, per la quale organizzava delle vere e proprie feste, ogni volta che la squadra scendeva in campo. E poi sì la comitiva, ma non era lui il leader pur avendo un carattere solare e da vero aggregatore. Dalla comitiva si faceva trascinare e pare che pur non condividendo l'atteggiamento di alcuni non ha mai fatto un passo indietro ma solo per il timore di restare da solo.

LE REAZIONI
Poche le reazioni a caldo in città, come sottolineato da più parti e soprattutto dalla preside dell'IIS Pertini (la scuola di Thomas ma anche di Emanuele Morganti), «Questo è il momento del dolore, non delle parole». «Ci risiamo - prosegue la dirigente Annamaria Greco - Per la seconda volta in pochi anni siamo travolti da una tragedia che ci ha strappato ingiustamente un ennesimo giovane, un bravo ragazzo sempre sorridente e siamo subissati dal tam tam mediatico quando ora, per noi, è solo l'ora del dolore e il momento di stare accanto ai nostri ragazzi. Abbiamo convocato la nostra psicologa per farci aiutare a spiegare loro quanto accaduto e come reagire. La missione di alcune scuole di frontiera come la nostra è anche molto sociale, oltre che didattica e formativa. Thomas era solare e buono a detta di tutti e ci mancherà». Le sue parole non arrivano come se fossero un atto dovuto, a difesa di chi non potrà più difendersi.

A sostenere la preside Greco anche uno dei docenti che lo ricorda come un ragazzo che salutava pure a distanza di dieci metri e sempre educato «tanto da non aver preso mai una nota o un provvedimento disciplinare anche se non era uno di quelli a cui piaceva studiare». Uno dei pochi studenti che ha accettato di parlare racconta il carattere coinvolgente del giovane: «Lui faceva l'altra quarta, in una sezione diversa, ma ci incontravamo spesso. Un ragazzo come tanti ma forse anche più affabile degli altri ed era un vero trascinatore. Sono troppo triste non ho chiuso occhio stanotte». Ad uno striscione scritto su un lenzuolo bianco è lasciato il pensiero dei compagni di scuola: «Thomas sei nei nostri cuori. Giustizia! Ti amiamo, sempre con noi».

La cassiera del bar riferimento per la zona di Chiappitto, quindi di tutti gli studenti all'ingresso e all'uscita da scuola, conosce Thomas direttamente e ne parla ancora con speranza: «Io spero anche se so che non è quasi possibile che lui torni e stavolta lo rimprovero come si deve. L'ho visto crescere è un ragazzo di buon cuore, ma di notte in una città come Alatri dove non c'è niente da fare è facile capitare in qualche casino. Ma quello che è successo è troppo per tutti».

Ultimo aggiornamento: 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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