Urto tra aereo e asso della tuta alare a Cremona: morti il pilota e il paracadutista, salvi altri sette Chi erano Video Foto

Domenica 20 Settembre 2020
Cremona, esplode in volo l'aereo dei paracadutisti: due morti. Si cercano altre vittime nei campi
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Dramma a Cremona. Un velivolo utilizzato per il lancio di paracadutisti è precipitato attorno alle 10 per cause ancora da accertare e ha preso fuoco. Due le vittime. L'incidente è avvenuto nella frazione Livrasco del comune di Castel Verde, in provincia di Cremona.

Rarissima la dinamica dell'incidente: sempre che vengano confermati i risultati dei primi accertamenti, il paracadutista con la tuta alare ha urtato il montante di un'ala causando il distacco di gran parte di essa e rendendo ingovernabile il Pilatus. Pilota e paracadutisti avevano una profonda esperienza.
Subito l'impatto con il suolo l'aereo si è incendiato.

 


Decollato alle 9,20 dall'Aero Club del Migliaro, a Cremona, con il pilota e otto paracadutisti a bordo, un Pilatus Porter C6 è precipitato questa mattina mezz'ora dopo nella campagna alle porte della città lombarda. Nello schianto, avvenuto quando sette degli otto appassionati si erano già lanciati, sono morti il pilota, 54enne originario di San Secondo Parmense (Parma) e residente a Fontevivo (Parma) Stefano "Griso" Grisenti, che proprio oggi festeggiava il suo compleanno, e uno dei paracadutisti trasportati, l'ultimo a buttarsi, il 41enne Alessandro "Tovax" Tovazzi, nato ad Arco di Trento (Trento) ma domiciliato a Riva del Garda. Un asso della tuta alare, sia come base jumper sia da velivoli.



Al momento, l'ipotesi più accreditata è che ad innescare la caduta dell'aereo possa essere stato l'impatto tra l'ala destra del velivolo e il paracadutista, che si è lanciato con tuta alare. Resta da capire, e potrebbe non essere semplice, se sia stato il 41enne trentino ad urtare l'ala nelle fasi iniziali del lancio o, invece, il pilota a travolgere il paracadutista già in volo. Di sicuro, comunque si sia verificato, gli inquirenti ritengono probabile che quello scontro in cielo sia effettivamente avvenuto e suppongono possa essere stato determinante.



L'ala è stata ritrovata parzialmente staccata: un danno fatale per ogni velivolo, anche per un mulo robustissimo come il potente Pilatus.



La caduta in vite sull'asse è stata repentina, secondo quanto raccontato da un testimone, un cacciatore che si trovava con il nipote nei campi teatro del dramma: «Ho sentito un rumore, ho alzato gli occhi - ha raccontato il 75enne cacciatore cremonese - e ho visto l'aereo avvitarsi e poi iniziare una sorta di picchiata per schiantarsi a terra in una frazione di secondo». Sono stati proprio il cacciatore e il nipote a lanciare l'allarme ai soccorritori, allontanandosi dal Pilatus che intanto veniva avvolto dalle fiamme. Quando i soccorritori sono arrivati, per Grisenti, pilota esperto con migliaia di ore di volo alle spalle, non c'era già più nulla da fare: il cadavere è stato recuperato ancora al posto di guida.



A un chilometro di distanza, invece, è stato ritrovato il corpo di Tovazzi. Sulla tragedia, che si è consumata nei campi di mais di Livrasco, frazione di Castelverde, sono aperte due inchieste: la prima della magistratura ordinaria: coordinata dal sostituto procuratore Vitina Pinto, e l'altra è dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), che ha inviato nel Cremonese un proprio ispettore per valutare la documentazione e le condizioni del mezzo in uso allo Sky Team Cremona, il gruppo di appassionati delle varie discipline di volo con base al Migliaro.



Incredula e addolorata Vanna Bazzi, presidente dello Sky Team, che conosceva Grisenti da oltre 20 anni. «Era un grande esperto - ha spiegato - come lo era il paracadutista. Abbiamo perso due amici che volavano con noi e che con noi condividevano questa passione. È come se fossimo stati travolti da un uragano. L'aereo? Sono certa fosse in buone condizioni. Deve essere accaduto qualcosa di anomalo, qualcosa di attribuibile al destino».



Incredulo anche Angelo Castagna, presidente dell'Aero Club: «Noi non possiamo far altro che garantire tutta la nostra collaborazione agli inquirenti e attendere l'esito delle indagini. Ora, però, è solo il tempo di pensare a chi questa mattina era con noi e adesso non c'è più».

Ultimo aggiornamento: 23:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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