Terni, motore dell'aereo si spegne dopo il decollo. Il pilota Luca Ippoliti evita una tragedia planando sulla città: «Ho avuto paura solo dopo l'atterraggio»

Il pilota: "Per fortuna ho esperienza anche nel volo a vela". Nonostante lo spavento, per tornare al Ciuffelli lui e il passeggero hanno usato un altro velivolo

Venerdì 24 Marzo 2023 di Giacomo Cavoli
Motore in panne dopo il decollo, pilota reatino e passeggero si salvano planando sulla città. Luca Ippoliti: «Paura solo dopo l'atterraggio»

Il motore che improvvisamente si spegne, l’elica che si ferma e l’ultraleggero avanzato che, a quasi mille metri di altezza, resta senza più alcuna spinta, perdendo anche olio. Impossibile non pensare subito a un esito tra i più drammatici possibili, ma a salvare la vita di Luca Ippoliti e del suo passeggero, l’amico imprenditore di origine albanese, Terziu Altin, da trent’anni a Rieti, nel cielo di Terni, mercoledì scorso, sono stati il sangue freddo e la tecnica di veleggiamento del volo a vela, sviluppata dal pilota reatino Ippoliti in appena due anni di pratica maturata presso l’Aeroclub Rieti.

Al termine, una vicenda a lieto fine, ma la paura per alcuni momenti è stata tanta, con il rischio, peraltro, di sbattere sul grattacielo “Il Tulipano”, a Terni.


LA DINAMICA
A bordo di un ultraleggero avanzato a motore - un Tecnam P92 avanzato, monomotore biposto fabbricato a Capua - pochi minuti prima delle 13 di mercoledì scorso, Ippoliti, 48 anni, meccanico e gommista con officina al nucleo industriale, era decollato dall’aeroporto Ciuffelli di Rieti, in compagnia dell’amico, quasi coetaneo, da tanti anni residente a Rieti, ma originario dell’Albania. Piano di volo e di giornata molto semplici: atterrare all’aviosuperficie "Alvaro Leonardi" di Terni, concedersi una piccola pausa pranzo e poi ripartire alla volta di Rieti. E almeno fino a metà del percorso, tutto era filato liscio: l’arrivo in Umbria e poi, intorno alle 15, un secondo decollo per fare ritorno al Ciuffelli. In pochi minuti, i due amici sarebbero tornati a Rieti, coprendo una distanza di una quarantina di chilometri.


Una volta in volo, però, lontano ormai tre chilometri dall’aviosuperficie umbra e raggiunta una quota di circa 850 metri di altezza, si è manifestato l’imprevisto: una vibrazione che, sul momento, non è sembrata un problema grave, ma, qualche secondo dopo, l’elica si è fermata. Dal vano motore è iniziato anche a uscire olio: un guasto improvviso al motore Rotax 912 da 100 cavalli che ha bloccato l’elica, rendendo impossibile restare in quota. Il motore non funzionava più.


L’ANDAMENTO
Ippoliti, mantenendo la calma, ha contattato l’aviosuperficie di Terni, spiegando di essere in emergenza e di voler fare ritorno per tentare un atterraggio d'emergenza. Il pilota, in quei momenti ad alta tensione, ha pensato non solo a sé stesso e al passeggero, ma anche all'esigenza di non causare danni in una zona con molte abitazioni e fabbriche. 

Nel momento difficile, una piccola fortuna: il velivolo era a poca distanza da dove era partito. Tra Terni e Rieti, sono presenti diverse zone collinari, su cui sarebbe stato complesso trovare spazi per atterrare.


Il pilota, pur senza motore, è riuscito a governare l’ultraleggero che ha ottime qualità di veleggiatore iniziando a "portarlo" appunto come fosse un aliante: dagli 850 metri raggiunti, il mezzo è sceso in planata verso l’aviosuperficie di Terni, dove nel frattempo si stavano predisponendo i soccorsi, con la chiamata di vigili del fuoco e di una ambulanza, che, fortunatamente, non sono serviti. Il velivolo è quindi riuscito a scendere lentamente e in una decina di minuti ad atterrare a Terni, praticamente senza riportare danni. Per Ippoliti e Altin, un pomeriggio di grande paura, ma che alla fine si è risolto bene.
Restava, a quel punto, un ultimo nodo da sciogliere: come tornare a Rieti. Ippoliti ha contattato un altro amico appassionato di volo, che è giunto a Terni con un velivolo da quattro posti e in una ventina di minuti ha fatto ritorno al Ciuffelli di Rieti.

L'INTERVISTA

La data del 22 marzo non la dimenticherà facilmente. Anzi, saranno in due a ricordarla a lungo: il pilota reatino Luca Ippoliti, meccanico e gommista di professione, con passione per il volo, e l’amico passeggero Terziu Altin, albanese, dai primi anni ‘90 a Rieti. Momenti di grande paura, ma anche l’abilità di governare l’imprevisto, che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche.


Ippoliti, partiamo dalla fine: cosa ha provato quando è atterrato a Terni?
«Quando sono sceso a terra, all’aviosuperficie di Terni, tremavo. Forse stavo iniziando a rendermi conto di quanto avvenuto e che il peggio era alle spalle. La paura provata sono riuscito a contenerla, ma è stata tanta».


Riavvolgiamo allora il nastro. Quando si è accorto che qualcosa non funzionava?
«Il viaggio di andata da Rieti a Terni e poi il decollo dalla città umbra erano stati regolari. Dopo qualche minuto dal decollo stesso, poco dopo le 15, ho sentito una forte vibrazione sul velivolo e ho pensato subito a un problema al piano di coda. Pochi secondi dopo, invece, la vibrazione è scomparsa e l’elica si è fermata. In quel frangente la situazione era drammatica, ma forse non ho realizzato subito la difficoltà, pensando a come risolverla».


Il motore che si spegne, l’elica che si ferma. Qual è stata la prima decisione?
«Con la massima calma possibile in un simile frangente, ho provato ad accendere nuovamente il motore, ma non funzionava più. Ho pensato, quindi, che doveva essersi rotto qualcosa. La prima cosa che ho fatto è stata contattare l’aviosuperficie di Terni, spiegando di essere in emergenza. Quando mi hanno chiesto se fossi in grado di riuscire ad atterrare da loro, non ero sicuro di farcela: a sinistra avevo un gruppo di colline».


A quel punto, a oltre 800 metri di altezza, come ha reagito?
«Ho trovato spazio virando a destra. In quel momento, quando si è spento il motore, stavo finendo di prendere quota: perciò ho livellato il piano dell’ultraleggero e abbassato il muso per non perdere velocità. Ho visto che l’aereo reagiva abbastanza bene e ho provato a fare ritorno all’aviosuperficie».


Si può affermare che l’esperienza abbia giocato un ruolo importante?
«Sono state decisive le tante ore di volo a vela accumulate in appena un anno di brevetto e le simulazioni compiute insieme agli istruttori dell’Aero Club Rieti per affrontare situazioni del genere. Il volo è la mia passione fin da bambino. Nel 2020 mi sono iscritto per conseguire il brevetto di volo a vela, che ho concluso nel marzo 2021, quando alle spalle avevo già circa 150 ore trascorse volando in aliante».


In pratica, lei, in pochi secondi, è passato dal pilotare un aereo a motore a un aliante.
«Ho conseguito anche l’attestato di volo da diporto o sportivo per la guida degli ultraleggeri a motore e nuove ore di volo accumulate. Quando si è spento il motore, ho pilotato l’aereo come se fosse un aliante, sfruttando le tecniche di veleggiamento. Sono salvo anche grazie alle tante prove fatte insieme agli istruttori dell’Aero Club Rieti, che mi hanno insegnato a reagire correttamente in situazioni del genere».

Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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