Verano, all'asta le tombe dimenticate
tra gli abusivi e le gattare

Giovedì 3 Aprile 2014 di Laura Bogliolo
Verano, all'asta le tombe dimenticate tra gli abusivi e le gattare
Signora bella, vuole dei fiori?. La molestia dei ricordi tristi inizia a scatenarsi non appena lo sguardo della fioraia a caccia di clienti dai cuori spezzati si aggancia a chi ha parcheggiato in piazzale del Verano.



La prima battaglia, intanto, è stata sommessamente persa contro una truppa in borghese di quattro molestatori di professione che ti sfiniscono finché non fai scivolare nelle loro mani qualche euro per il parcheggio (tre italiani, un dipendente straniero). Auto lasciata accanto a una delle tante roulotte senza ruote vissute come casa da qualche disperato, passo svelto per superare incolume le grida delle fioraie sulla piazza che vorrebbero comprassi un mazzolino. Poi, finalmente, si entra nel cimitero monumentale Verano e subito capisci che dovrai pagare un pedaggio spirituale per non aver fatto niente.



DEGRADO

Perché se è vero che anche i morti hanno diritto alla dignità inizierai a chiederti come sia possibile che ci siano cumuli di sporcizia nei viali, lastre di marmo ammassate accanto agli alberi, carne trita gettata al vento da una gattara come se stesse seminando hamburger. Auto e scooter con divieto di accesso nel cimitero comunale tranne rare eccezioni, ma la donna può entrare in auto con il portabagagli aperto pieno di croccantini e pastura per mici. Chiederai perdono per non aver fatto niente dopo aver visto una tomba a terra con la lapide sventrata al centro mentre si salva solo il disegno della croce che avrebbe dovuto far da cuscino all’anima. Hai iniziato a conoscere la parola «loculo» abbastanza presto e facevi un atto di fiducia quando ti dicevano «adesso nonna sta là». Trascorso qualche anno, la fiducia si trasforma in indignazione vedendo che dai loculi escono erbacce, cavi di ferro. In alcuni casi l’abbandono e il degrado ti lascia spiare senza pudore attraverso una copertura in legno danneggiata che mostra l’interno dei loculi che qualcuno ti aveva descritto come «letti per l’eterno riposo».



CANTIERI

Ora sembra che il Comune voglia aumentare il costo dei loculi oppure potrebbero essere venduti nuovi spazi all’asta. Intanto, arrivare nella zona dei Colombari non è semplice, dovrai ritrovare il percorso dopo aver quasi battuto contro reti arancioni che ti svegliano dal torpore del dolore restituendoti immagini di quotidianità: cantieri in corso chissà da quanto tempo. Lo suggerisce quel foglio ormai sbiadito dalla pioggia che minaccioso intima “Ama, Cimiteri Capitolini, pericolo! Caduta materiale dall’alto” oppure “alberi pericolanti”, semplicemente “non oltrepassare!” (il segnale più ansiogeno, non spiega il perché ). Reti arancioni e segnali per vietare l’accesso anche vicino al riquadro 54, dove c’è il Muro dei Francesi.



DIVIETO DI ACCESSO

Ancora reti nel cimitero israelitico che impediscono di avvicinarsi alle tombe, addirittura una transenna che impedisce di avvicinarsi e di pregare centinaia di morti nel riquadro 115 a ridosso del muro che costeggia via Tiburtina. C’è anche uno strano container: ha le porte spalancate, è vuoto, accessibile a tutti, e stranamente non è ancora diventato rifugio di chissà cosa. Ecco poi comparire sul viale, sopra una sorta di giardinetto una scala per loculi rovesciata e abbandonata. Non è chiaro come sia potuta arrivare fin lì. Proseguendo verso la zona militare c’è uno spazio recintato, chiuso con un cancello: dentro c’è un nulla pieno di rovi, erbacce incolte. Che cos’è quello spazio? Rami di alberi spezzati vicino al riquadro 53 e ancora divieto di accesso, recinzione nella zona militare ostacolando l’accesso nel riquadro delle Medaglie d’oro: si possono vedere da lontano solo il Tricolore e la bandiera dell’Unione Europea.



RETI COLORATE

La decadenza si mostra nel Tempio Evangelici, con i vetri delle finestre frantumate e l’intonaco che si sgretola. Poi in un edificio con sopra la scritta Colombari che non riesce a nascondere attraverso la fessura di una porta un mare di calcinacci, buste con dentro chissà cosa, una scala in ferro e in fondo addirittura un segnale che indica il senso proibito seguendo il Codice della strada, quello della vergogna ascoltando la propria coscienza. Ogni tanto spuntano i cartelli con la scritta “Asta pubblica per la concessione di manufatti sepolcrali retrocessi. Durata della concessione: 75 anni”. Nel 2010 vennero aggiudicati per 5,6 milioni di euro i primi 29 lotti (8 al cimitero Verano, 19 al Flaminio e 2 a Maccarese). Un tempietto avvolto da rete verde, impachettato, spunta anche dietro il sepolcro di Goffredo Mameli, dove c’è un cumulo di croccantini lasciati da un’altra gattara. Nel cimitero c’è una cassetta dove si potrebbe lasciare cibo per i gatti, in altri luoghi è vietato per motivi di igiene.

Il viaggio è finito siamo fuori il cimitero: la fioraia si è addormentata, la studentessa che aveva lasciato il numero di cellulare al parcheggiatore abusivo per essere avvisata in caso di visita dei vigili è tornata. Piazzale del Verano è lo stesso, noi un po’ meno: sicuri di dover pagare un pedaggio spirituale per averli lasciati così, soli e senza cura.
Ultimo aggiornamento: 17:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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