Città del Vaticano – Fare il catechista da ora in poi sarà qualcosa di certificato e impegnativo: una attività sottoposta a criteri rigorosi e sicuramente non più lasciata solo alla buona volontà dei singoli.
Recentemente Papa Francesco ha fatto una cosa simile introducento il ministero del lettorato (l'annuncio della parola di Dio) e dell'accolitato (la distribuzione dell'eucaristia) che da "ordini minori" sono diventati "ministeri istituiti". Un modo per offrire ai laici e alle laiche la possibilità di accedere all'Accolitato e al Lettorato e ottenere un riconoscimento istituzionale per il contributo prezioso svolto.
Martedì prossimo, 11 maggio, verrà pubblicato un nuovo motu proprio di Francesco, dal titolo "Antiquum ministerium", con il quale si istituisce il ministero di catechista. A presentare il documento saranno monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, e l'ex vescovo tedesco di Limburgo, Franz-Peter Tebartz-van Elst, ora delegato per la Catechesi dello stesso dicastero Vaticano.
IN pratica non ci saranno più catechisti improvvisati. Una novità del genere la aveva in mente già da qualche anno. In un videomessaggio del 2018 ai partecipanti a un convegno internazionale sull’argomento Francesco sottolineava che fare il «catechista è sempre una vocazione»: «Essere catechista – disse - questa è la vocazione, non lavorare da catechista». Come a sottolineare che si tratta di un incarico di grande responsabilità dal quale dipende la crescita spirituale effettiva del bambino. In un altro messaggio inviato qualche mese fa all'ufficio catechistico della Cei parlava di “artigiani” aggiungendo: «anche voi siete chiamati a plasmare l’annuncio con creatività. Non cedete allo scoraggiamento e allo sconforto».