Turismo selvaggio nei boschi: animali uccisi, rifiuti abbandonati, pic-nic abusivi e roghi

È morto lo stambecco delle Dolomiti che aveva mangiato una lattina di tonno

Mercoledì 31 Agosto 2022 di Claudia Guasco
Turismo selvaggio nei boschi: animali uccisi, rifiuti abbandonati, pic-nic abusivi e roghi

Un mozzicone di sigaretta resiste almeno cinque anni, un sacchetto di plastica ha una vita tra 100 e 900 anni, più di un ghiacciaio perenne, una bottiglia di vetro resta 400 anni sul terreno e una lattina di alluminio tra 20 e 200 anni.

Se nel frattempo non viene ingoiata da qualche animale, uccidendolo.

Come è accaduto allo stambecco delle Dolomiti che domenica ha addentato una scatoletta di tonno arrugginita: soccorso a 2.000 metri dal veterinario e dai forestali, è stato trovato morto il giorno dopo vicino al laghetto glaciale del Sorapis, acque turchesi e le cime del parco naturale d’Ampezzo a fare da sfondo.


ECOSISTEMI FRAGILI
«L’animale era denutrito, perché con la scatoletta quasi conficcata in gola non ha potuto mangiare per molti giorni. E a questo, probabilmente, si deve la sua morte. Una lezione molto severa, che evidenzia il problema: non si possono abbandonare i rifiuti in natura, perché in ambienti come questo sono un grave pericolo per gli animali», afferma Riccardo Corbini, comandante dei Forestali di Belluno. Non è la prima volta che accade, come ricorda la presidente del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, Michela da Pozzo.

Qualche anno fa all’esemplare di una colonia poi decimata è stata fatale una lattina di bibita. Il Sorapis e il triste destino dello stambecco sono la sintesi di azioni devastanti per l’ambiente, spiegano gli esperti. Ecosistemi dal fragile equilibrio invasi dai turisti, deturpati dagli avanzi dei pic nic, distrutti dalle fiamme di falò accesi incautamente. «Non possiamo considerare il bosco con suoi abitanti come un ambiente al nostro servizio, né pensare di potere imporre il nostro modo di viverlo con comportamenti consumistici antropocentrici», riflette Giovanni Quilghini, comandante del reparto carabinieri Biodiversità di Follonica.


PARCO DIVERTIMENTI
E invece è ciò che accade ogni estate. Il laghetto di Sorapis si trasforma in parco di divertimenti da villeggianti che nuotano con i materassini gonfiabili poi abbandonati tra le piante di pino mugo, la foresta del Cansiglio, nel bellunese, «con fazzoletti e sporcizia buttati ovunque, pezzi di nastro attaccati agli alberi, altri a terra, forse per segnalare un percorso e poi “dimenticati”, parcheggi selvaggi», racconta sui social Giuseppe Zoppè, fotografo appassionato di fauna selvatica. Un altro escursionista segnala una gara di moto alle sei e mezza del mattino, «con seguito di spettatori che urlavano e tifavano».

Tanto che l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin vuole arruolare guardie ambientali che girano nei boschi, come la polizia locale in città. «Ma quel che serve è una vera conoscenza dei luoghi e un cambio di prospettiva - sottolinea Quilghini - Dobbiamo imparare che i rifiuti vanno portati a casa, che avere cestini ovunque non è un diritto, anche perché vanno svuotati e sono un’esca, che dare cibo agli animali non è solo un reato. Condiziona i loro comportamenti».

Soprattutto, che «arrostire una salsiccia dietro le dune sulla spiaggia è pericolosissimo: la velocità del fuoco è impressionante, spesso supera quella di un uomo che corre». A metà estate di quest’anno in Italia erano già bruciati 27.911 ettari di verde, equivalenti a 40 mila campi da calcio. «Il bosco è un soggetto con diritti propri - ribadisce Quilghini - Non è a nostra disposizione».
 

Ultimo aggiornamento: 09:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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