Terremoto, il piano per la ricostruzione: 10 miliardi dal Recovery

Martedì 25 Agosto 2020 di Mario Ajello
Terremoto, il piano per la ricostruzione: 10 miliardi dal Recovery

dal nostro inviato
AMATRICE  Il Papa, il Presidente della Repubblica, tutti. Quattro anni fa il terremoto, i segni, le ferite e i dolori del sisma ad Amatrice sono ancora qui, basta vederli a occhio nudo e ascoltarli dalla viva voce dei superstiti che partecipano alla messa in ricordo delle vittime con Conte e Zingaretti, nel campo sportivo che a suo tempo fu luogo di ricovero, di mensa e di prime forme di ripartenza, e ieri anche Francesco ha voluto essere vicino ai cittadini di Amatrice e delle altre zone terremotate dell’Italia centrale, così: «Rinnovo la preghiera per le famiglie e le comunità che hanno subito maggiori danni, perché possano andare avanti con solidarietà e speranza».

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Quanto a Sergio Mattarella, il suo messaggio è sferzante: «La ricostruzione è ancora incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica». Vero. Ma il senso della missione di Conte ad Amatrice è quello di rassicurare, di chiedere ancora pazienza, di provare a spigare a queste famiglie ancora senza casa e private del loro paese azzerato e spettrale senza più macerie ma con soltanto piccole tracce di ricominciamento - qualche gru, i ponteggi sulle chiese, pochissimi edifici rifatti - che i ritardi ci sono stati e tuttavia adesso si può dare un’accelerata alla rinascita. Da questo punto di vista, come spiega anche il commissario del governo, Giovanni Legnini, che Conte non fa che elogiare e a cui non fa che rivolgersi, e in effetti da quando c’è lui le cose hanno cominciato a muoversi, i soldi del Recovery Fund in arrivo il prossimo anno potranno risultare utilissimi. 

SOLDI E TEMPI<QA0>
E insomma i finanziamenti Ue per il post-Covid riguarderanno pure il capitolo zone terremotate. «Una parte di quei denari destinati all’Italia - dice il premier ai cittadini di Amatrice che lo fermano protestando - si aggiungeranno ai fondi già destinati per Amatrice e per gli altri paesi colpiti dal sisma del 2016 e questa integrazione porterà notevoli risultati di miglioramento per le vostre vite e per i vostri territori. Riavrete il vostro paese. Ma la questione non è soltanto legata ai soldi. C’è anche un fatto di velocità delle procedure per fare i lavori, di norme più spedite, di sburocratizzazione. E noi su questo, anche grazie a Legnini, abbiamo lavorato moltissimo». Tutto sarà più rapido sia per l’edilizia privata che pubblica - parola di premier - grazie alle ordinanze del commissario, al decreto Rilancio 2 e al decreto Semplificazioni varati dal governo. La gente che ha partecipato alla messa di ieri ci vuole credere. Non può fare altro. E il piano del governo è quello di arrivare a spendere fino a 10 miliardi, possibilmente anche di più, del Recovery Fund per far rinascere la dorsale appenninica martoriata quattro anni fa. E stiamo parlando di Amatrice e dell’Aquila, di Rieti e di Norcia, dei territori marchigiani come Fabriano e tanti altri. «Il Recovery Fund può garantire - dice Legnini - un pezzo di ricostruzione di qualità e di sviluppo economico e infrastrutturale, digitale, culturale, turistico». Conte parla di «un grande progetto che stiamo attivando per il Paese». E questo comprende anche il capitolo super-bonus edilizi. Quelli appena varati dal Parlamento vengono rafforzati aumentando i limiti di spesa. Si vuole rendere ciò i super-bonus automatici e alternativi ai normali contributi per la ricostruzione che significano per i cittadini - come s’è visto finora - appesantimenti e lungaggini burocratiche. 
Ecco, una parte delle opere sono già finanziate e una parte lo saranno grazie al Recovery Fund.
I soldi ci sono (6 miliardi per le abitazioni private, finora sono stati spesi 526 milioni), mentre di edilizia pubblica già finanziate 1400 opere e in 4 anni ne sono state concluse 86. Non molte, ma ora, assicurano Conte e Legnini: «Cambierà fortemente il ritmo». E nel programma di interventi da finanziare che l’Italia presenterà ad ottobre a Bruxelles, il ministero dell’Economia è pronto a inserire un corposo capitolo sisma.

Ultimo aggiornamento: 11:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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