Sigaro Toscano, Bruxelles mette a rischio l'export. Fabbrica di Cava de' Tireni potrebbe chiudere: a rischio duemila posti di lavoro

La Ue pronta ad aumentare le accise e a bloccare i prodotti aromatizzati

Sabato 5 Novembre 2022 di Carlo Ottaviano
Sigaro Toscano, Bruxelles mette a rischio l'export. Fabbrica di Cava de' Tireni potrebbe chiudere: a rischio duemila posti di lavoro

È come un micidiale uno-due, sinistro-destro, in successione nella boxe. Purtroppo sul ring della concorrenza internazionale a rischiare il knock out è questa volta il Sigaro Toscano, uno dei brand iconici del made in Italy con i suoi 200 anni di storia (207 per l’esattezza). Da Bruxelles arriva notizia di una doppia contemporanea minaccia che pesa su tutto il gruppo (115 milioni di giro d’affari, 380 dipendenti diretti e altre 2.500 addetti tra coltivatori e indotto). In particolare lo stabilimento di Cava de’ Tirreni (l’altro è a Lucca) rischia addirittura di chiudere se passassero alcuni provvedimenti all’esame della Commissione europea: aumento delle accise e divieto di produrre sigari aromatizzati. «E’ purtroppo questione di poche settimane», denuncia l’amministratore delegato Stefano Mariotti. 

LA NORMA

«Il 7 dicembre – precisa – verrà presentato il nuovo testo per la revisione della direttiva accise che prevede un aumento dai 15 euro attuali a 120 euro al chilo. Noi in Italia siamo già ben oltre la soglia minima dei 15 euro, ma la modifica ci penalizza non poco nell’export». L’aumento delle accise penalizza indiscriminatamente le circa 30 aziende europee del settore (Manifatture Sigaro Toscano è la seconda dopo una multinazionale con sede in Danimarca). La nuova Direttiva Tabacco che prevede la revisione delle norme in vigore dal 2014 colpirebbe, invece, al cuore proprio la produzione dell’azienda italiana, col divieto di produrre sigari aromatizzati. Per MST i toscanelli all’anice, al limoncello, alla grappa o il famosissimo Rosso al caffè (tra i più esportati), sono il punto di forza dello stabilimento in provincia di Salerno. Gli uffici della Commissione Europea ipotizzano di rendere ancora più vincolante la legislazione sui prodotti da fumo per contrastare la diffusione delle sigarette elettroniche tra i giovani. Intende farlo estendendo il divieto di aromatizzazione (attualmente solo per le sigarette) a tutti i prodotti, sigari compresi.

«Le preoccupazioni europee per quanto riguarda i sigari – afferma Mariotti – sono infondate perché non è un prodotto per giovani, essendo amato da un pubblico che parte da 30-35 anni. E poi perché il sigaro è una nicchia che vale solo l’1% del mercato». «Se non proprio un’aggressione contro il sigaro – commenta sconsolato Mariotti – la discussione dimostra mancanza di conoscenza della realtà». Lo stabilimento di Cava de’ Tirreni (110 addetti e poco meno di 2.000 indiretti) è specializzato nei sigari aromatizzati che esporta per la quasi totalità della produzione.

Insomma, un colpo pesante per la società (tornata italiana nel 2006 dopo la parentesi di British American Tobacco) che negli ultimi anni è cresciuta (+19% nel 2021) nonostante la pesante crisi del gruppo Maccaferri. 

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GLI INVESTIMENTI

L’azienda (ora presieduta da Luca di Montezemolo) ha proseguito a investire in ricerca e in tecnologie più sofisticate negli stabilimenti. Recentissimo, inoltre, l’accordo di filiera sulla coltivazione del tabacco (1300 ettari in Italia soprattutto in Toscana, Umbria, Basso Lazio, Campania e Veneto) firmato al ministero dell’Agricoltura. Un impegno di 20 milioni di euro per garantire ai coltivatori che forniscono la materia prima margini adeguati nonostante i rincari energetici e i rischi climatici. Tra i provvedimenti ipotizzati a Bruxelles anche l’inserimento sui pacchetti – com’è già su quelli di sigarette – delle avvertenze fotografiche sanitarie e l’obbligo di usare confezioni generiche, con il nome del brand quasi illeggibile come se i prodotti fossero tutti uguali. Una decisione, anche questa, che penalizzerebbe un marchio storico testimonial della creatività della migliore manifattura e dello stile di vita italiano. Amato da grandi personaggi della storia e della cultura – da Garibaldi a Paolo Sorrentino – il Sigaro Toscano continua a ottenere riconoscimenti come, in ottobre, il prestigiosissimo Cigar Trophy per il miglior sigaro al mondo 2022 secondo “Cigar Journal”.

Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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