Riceviamo e pubblichiamo da Fabio Beatrice, primario emerito di Otorinolaringoiatria presso l’ASL Città di Torino, direttore scientifico dell’osservatorio Mohre
«La sigaretta elettronica negli ultimi anni ha suscitato un grande dibattito tra esperti del settore, fumatori e non fumatori.
Sigarette all’aperto, divieto in arrivo (anche per i dispositivi elettronici) se c’è un minore
«Le Cochrane sono documenti che raccolgono, sintetizzano e valutano criticamente le evidenze scientifiche sull'efficacia di interventi clinici e sanitari. La conclusione, che costituisce un riferimento universale per ogni studioso, è che vi sono prove ad elevata certezza che le sigarette elettroniche con nicotina aiutino le persone a smettere di fumare più efficacemente rispetto ai prodotti farmaceutici che contengono nicotina. Ciò è stato dimostrato anche da un recente lavoro sul tema pubblicato dall’autorevole rivista Nature Medicine, la cui reputazione è altissima (il suo Impact Factor è pari a 87). Gli Autori dell’articolo, che appartengono all’Università di Harvard e del King’ Hospital di Londra, accertano in maniera definitiva che la tossicità del fumo elettronico è inferiore del 95% rispetto alle sigarette tradizionali. Questo elemento rappresenta un’incredibile opportunità per il fumatore incallito che non riesce a smettere. Pertanto non si riesce a comprendere perché dinanzi a questo dato obiettivo l’attenzione di taluni medici sia focalizzata proprio sulla modestissima tossicità residuale delle e-cig invece che su quanto sono meno dannose per la salute rispetto alle classiche bionde. È possibile quindi affermare che chi svapa frequentemente ha molte più possibilità di smettere di fumare rispetto a chi non lo fa, anche nel caso in cui continui parallelamente a utilizzare le sigarette tradizionali (cd. consumatori duali). Le evidenze pubblicate su Nature sono talmente chiare che i CDC americani, cioè i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, hanno riferito che i fumatori hanno maggiori probabilità di utilizzare e avere successo con le sigarette elettroniche nel processo di cessazione rispetto ad altri prodotti, compresi i farmaci approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. Il lavoro pubblicato su Nature dimostra inoltre che con la crescita della popolarità delle e-cig negli Stati Uniti, le vendite delle classiche bionde sono diminuite a un ritmo più rapido rispetto all'era pre-sigaretta elettronica. Il lavoro su Nature Medicine infine fa chiarezza sugli allarmismi relativi al fumo elettronico, che si basano su dati sperimentali obsoleti e su deboli premesse sperimentali, anche molto distanti dalla realtà clinica. Gli argomenti che riguardano i fumatori ed i consumatori di sigaretta elettronica andrebbero infatti trattati con grande prudenza ed in ossequio alle informazioni scientifiche disponibili. Il rischio, come sottolineano anche i prudentissimi CDC degli Stati Uniti, è che allarmi ingiustificati allontanino dalla sigaretta elettronica i fumatori in difficoltà e li lascino tra le braccia mortali del fumo tradizionale. In sostanza, l’impressione è che molti medici tendano a confondere il tema della prevenzione contro l’iniziazione con le politiche di aiuto ai fumatori incalliti. Invece queste due questioni abbastanza differenti tra loro possono e devono convivere, così come conferma Nature. In conclusione, non è più possibile trascurare le evidenze scientifiche che dimostrano le potenzialità della sigaretta elettronica come proposta concreta e ricevibile per abbandonare la tradizionale sigaretta. È necessario pertanto unire gli sforzi con l’obiettivo di educare i fumatori affinché considerino, oltre alle più tradizionali politiche di cessazione, anche la sigaretta elettronica come strumento per ridurre l’esposizione a importanti e rilevanti fattori di rischio connessi al consumo dei prodotti a base di combustione».
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