Siccità, sos del governo: «Stato di crisi inevitabile». Stop notturno in alcune zone del Nord

Le cisterne vengono rifornite da autobotti. Coldiretti: «Situazione drammatica»

Domenica 19 Giugno 2022 di Gianluca De Rossi
Siccità, sos del governo: «Stato di crisi inevitabile». Dimezzate le precipitazioni, emergenza per gli allevamenti

Senza una goccia di pioggia e con i fiumi e i laghi in secca, il Po ha toccato livelli minimi che non vedeva da 70 anni e il lago Maggiore ha un grado di riempimento del 22%, mentre quello di Como è al 25%, e con il settore agricolo in ginocchio, l’emergenza siccità assume connotati sempre più drammatici. Indicatori che peggiorano di giorno in giorno, tanto che il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli considera inevitabile dichiarare lo stato di crisi rispetto alla siccità. «Credo sia inevitabile dichiararlo - ha detto Patuanelli -.

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Con la mancanza di pioggia si fa ricorso alle autobotti, ai razionamenti dell’acqua e a misure restrittive anche per innaffiare orti e giardini. Stato di crisi significa, dunque, meno pressione al rubinetto anche nelle case, l’intervento della protezione civile e la possibilità per i sindaci di emettere ordinanze per limitare l’uso dell’acqua. In Piemonte, regione più colpita dall’emergenza idrica, verrà effettuato il rilascio di acque dai bacini utilizzati per produrre energia idroelettrica a supporto dell’irrigazione delle colture. Verrà derogato il minimo deflusso vitale dei fiumi, procedura che consente di prelevare più acqua di quella prevista garantendo la quantità necessaria per mantenere l’equilibrio del fiume e la vita degli organismi che ne popolano le acque.
Verrà razionata l’acqua per l’uso domestico. Sono 170 i Comuni piemontesi che hanno già adottato ordinanze sull’uso consapevole dell’acqua potabile e di limitazione o divieto di usi impropri. Nel Novarese, 10 Comuni hanno interrotto la fornitura notturna. In 80 Comuni del Torinese verranno utilizzate autobotti per rifornire di notte le cisterne. Così anche nel Cuneese e nell’Alessandrino. E si comincia a ipotizzare di razionare l’acqua anche di giorno.

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L’agricoltura

Il caldo record che continuerà a stringere nella sua morsa l’Italia anche nei prossimi giorni sta causando una grave emergenza per l’agricoltura, in particolare nelle produzioni di latte e riso, tanto che l’immagine delle risaie colme d’acqua è solo un ricordo. E si rischia di perdere il raccolto del riso nel triangolo Vercelli, Novara e, fuori regione, Pavia.

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Dopo la richiesta di calamità per l’agricoltura da parte del presidente del Piemonte, Alberto Cirio, è l’assessore pimontese all’Ambiente, Matteo Marnati a lanciare l’allarme. «I prossimi 15 giorni saranno cruciali per salvare le colture, le risaie sono in prima fila».
Non solo i raccolti bruciati dalla siccità: a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle fattorie dove le mucche con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno. E preoccupa anche la mancanza del foraggio per l’alimentazione. Coldiretti parla di un forte calo delle rese produttive di tutti i raccolti agricoli lungo la Penisola, che in alcuni casi sono addirittura dimezzati: «Coltivazioni e allevamenti sono travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 - dice Coldiretti -. Le mucche mangiano poco, bevono molto e producono meno latte».

 

Le preghiere

Nel Piacentino c’è anche chi si affida al divino perché arrivi dal cielo un po’ di pioggia. «Diciamo una preghiera ogni mattina alla messa - dice don Valerio Picchioni, parroco a Rivergaro -. L’acqua è vita. Ne abbiamo tutti bisogno. In passato gli spazi usati per il nostro centro estivo parrocchiale erano verdi, adesso c’è polvere: il rischio di carestia lo vediamo anche nel quotidiano, nelle piccole cose».

Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 07:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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