I prezzi di frutta e verdura nelle ultime settimane sono sulle montagne russe con lievi cali e brusche risalite. L’alternarsi di temperature insolitamente alte al gelo, sta intaccando la regolarità della produzione. Raccontano alla Coldiretti: «Preoccupa il brusco abbassamento delle temperature in una situazione in cui il caldo anomalo ha provocato le fioriture anticipate di mandorli, peschi e ciliegi che sono ora particolarmente sensibili al freddo con il rischio concreto della perdita dei raccolti». Alcuni esempi: i prezzi medi all’origine, nella terza settimana di febbraio, rispetto a quella precedente, vedono un più 13 per cento per i cavoli broccoli, ma anche un meno 5 per il radicchio.
Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti: «In questo periodo stiamo passando da un eccesso di offerta a una carenza di offerta, e questo causa una oscillazione dei prezzi. Con le temperature così elevate abbiamo un accavallarsi dei calendari di maturazione. Ci sono dei momenti con alcuni tipi di prodotti molto abbondanti, perfino in eccesso; in altri, invece c’è una carenza, proprio perché quello che si è accavallato prima non è più utilizzabile. Ad esempio, è successo per il pomodoro, quello che è stato maturo prima, non è disponibile dopo». Insomma, anche in Italia l’irregolarità delle temperature, con sbalzi di 10-15 gradi, la perdita di un regolare fluire che porta prima a una graduale diminuzione e poi ad un aumento con la primavera, sta colpendo duramente l’agricoltura e questo spiega l’oscillazione dei prezzi. «Questo avviene sugli ortaggi, si figuri sulle piante all’esterno, pensi all’anticipo di fioritura di pesco, ciliegio, mandorlo, albicocco. I fiori aperti, rischiano di gelare e non dare più frutti». Ma all’orizzonte c’è lo spettro di una primavera-estate segnata dalla siccità. E in quel caso si rischiano incrementi dei prezzi per il consumatore a doppia cifra. Bazzana: «Gli effetti si inizieranno a vedere con le semine e i trapianti. Le più serie preoccupazioni degli agricoltori, in questa fase, sono legate alle scelte da fare per la primavera. Ognuno si chiede: quanta acqua avrò questa estate? Cosa mi posso permettere di seminare o trapiantare?».
Scelte
Ecco allora la riduzione della superficie a riso perché non ci sarà acqua. Stesso discorso per il mais. «L’anno scorso - ricorda Bazzana - a un certo punto si è dovuto scegliere quali campi continuare a irrigare, quali abbandonare in Lombardia, Veneto e Piemonte. Sulla scorta di quell’esperienza, oggi si prendono delle decisioni. Lo stesso vale per gli ortaggi. Quelle coltivazioni che hanno costi colturali più elevati, portano a evitare di prendersi il rischio di non avere poi l’acqua. E pensi che per gli ortaggi che vengono raccolti a mano c’è un altro problema, che abbiamo già visto anno scorso: la mancanza di manodopera». Ecco allora che si riducono certe produzioni. Ed ecco che i prezzi, con una scarsa offerta vanno alle stelle. E i prodotti più a rischio stangata sono appunto le melanzane, i peperoni, le zucchine, per fare alcuni esempi.