Rai, oggi la ratifica delle nuove nomine: la "tregua armata" e le difficoltà di Fuortes con i partiti

Mercoledì 8 Giugno 2022 di Mario Ajello
Rai, oggi la ratifica delle nuove nomine: la "tregua armata" e le difficoltà di Fuortes con i partiti

A Fuortes Apache non tira una buona aria.

Lo scontro tra l’ad Fuortes e il responsabile di approfondimenti e talk show Orfeo ha creato disorientamento e perfino, sotto sotto ma neanche tanto sotto due squadre nel corpaccione di Mamma Rai, tra i dirigenti soprattutto ma anche tra i giornalisti e le maestranze a Saxa Rubra: e tu con chi stai, con Fuortes  o con Orfeo, con don Carlo o con Marione? 

Orfeo torna al Tg3, al suo posto va invece Antonio Di Bella. E Simona Sala verso il Day Time

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La girandola

Oggi intanto arriva la ratifica della girandola delle poltrone, ovvero le nuove nomine, per risolvere con una tregua armata il pasticcio Rai. Il quasi pensionato (a marzo 2023) Antonio Di Bella va a coprire per qualche mese l'Approfondimento, che era di Orfeo il quale torna al Tg3, e Simona Sala  dal terzo telegiornale va al Day-time da cui trasloca Di Bella. Una girandola tutta interna al Pd e questo preoccupa il
centrodestra ma neanche tanto. O meglio, in cambio del via libera alle nomine in Cda, gli spifferi dicono che il centrodestra vuole in cambio da Fuortes la conduzione di un talk di seconda serata per qualche giornalista d’area, e più peso della Lega nel management (al Carroccio interessa  accelerare sul trasloco di pezzo di Raina Milano, vecchio progetto finito in stallo). Mentre M5S chiede che l’ex direttore del Tg1, Carboni, abbia una mansione dopo la defenestrazione targata governo Draghi. Questi sono spifferi e gossip ma non paiono campati in aria visto che  la Rai è da sempre un suk, anche se forse Fuortes - abituato a ragionare in termini produttivo e manageriali più che politico-mercantili -  non si aspettava che lo fosse fino a questo punto. Oltretutto aleggia, a proposito di Pd e dintorni, una possibile creazione di un’altra direzione tematica: quella per l’ex portavoce di Laura Boldrini, Roberto Natale, e la casella si chiama Sostenibilità.

Le difficoltà di Fuortes

Fuortes ha difficoltà a muoversi in un ambiente ultra-politicizzato come quello della tv di Stato, più complessa da guidare rispetto all'Opera di Roma da cui proviene o all’Auditorium Parco della Musica di cui è stato inventore. Dietro gli atti dell'ad messo in Rai da Draghi si tende naturalmente a vedere la volontà del premier, e quindi ogni decisione assume una lettura politica, specie quella di rimuovere un dirigente come Orfeo con molte protezioni nei partiti di governo. Fuortes tuttavia ha smentito di aver consultato il presidente del Consiglio. 
E comunque: siccome la Rai è da sempre il termometro più preciso della situazione politica italiana,  non può sfuggire che le difficoltà di Fuortes coincidono con quelle di Draghi l’ex intoccabile ora assediato  dai partiti in campagna elettorale per il voto 2023 che vivono con ansia e terrore quasi fosse già qui. 
Se un anno fa Draghi era appunto SuperMario, a cui i leader ubbidivano sia pure di malavoglia, la medesima forza del comando si emanava nelle società pubbliche, a cominciare dalla Rai. 
Adesso gli equilibri sono cambiati e la protezione di Draghi non vale più come lasciapassare universale. Non è vero che si ipotizza una sostituzione in curda di Fuortes. Ma è vero che il quadro generale ormai è diverso da prima. Perché i partiti hanno rialzato la testa. Infatti nel preconsiglio del Cda di oggi i consiglieri emanazione dei partiti hanno messo per la prima volta sotto accusa Fuortes, costringendolo ad un mea culpa («avrei dovuto comunicarvi la decisione presa») sulla vicenda che riguarda  Orfeo. 
Soltanto Riccardo Laganà, rappresentante  dei dipendenti Rai, in Cda vuole opporsi alle decisioni di Fuortes. Ho altri oggi, con ogni probabilità, faranno buon viso. cattivo gioco.

Ultimo aggiornamento: 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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