"Questo è il mio Paese, se non ti piace torna in Africa. Viva Salvini", infermiera choc a un ghanese

Domenica 28 Gennaio 2018
"Questo è il mio Paese e se non ti piace torna in Africa. Viva Salvini", infermiera choc a un ghanese
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Vergogna nel Sannio. «Sono stato insultato da un'infermiera per il colore della pelle, mentre ero in attesa di ricevere cure nel pronto soccorso dell'ospedale di Benevento».
 



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A denunciare l'episodio di razzismo di cui è stato vittima è Musah, un mediatore culturale di origine ghanese, collaboratore della Caritas di Benevento, da tempo residente nel Sannio. L'immigrato ha pubblicato un post su facebook con il quale ha reso pubblica la spiacevole vicenda di cui è stato vittima. «'Perché sei venuto in Italia? Questo è il mio Paese e se non ti piace torna in Africa', mi ha detto - aggiunge Musah parlando con l'ANSA - poi, quando le ho chiesto di prestarmi delle cure del caso, per risolvere il mio problema medico, l'infermiera ha aggiunto 'Viva Salvini, Viva l'Italia'».



Il post ha scatenato un dibattito sui social e non poche reazioni tra i cittadini beneventani, che hanno espresso solidarietà al ragazzo e condannato le gravissime parole che avrebbe proferito la donna. 

«Il post è stato una reazione a caldo, uno sfogo, non immaginavo, né era mia intenzione, sollevare un polverone. Cosa vorrei dire all'infermiera che mi ha offeso? Vorrei incontrarla, guardarla negli occhi e abbracciarla. Sono convinto della sua buona fede e che il suo è stato un gesto di stizza. Null'altro».

Getta acqua sul fuoco Musah, il mediatore culturale trentasettenne, di origine ghanese, collaboratore della Caritas di Benevento, a cui una infermiera dell'ospedale di Benevento - dove l'uomo si era recato per farsi medicare dopo un banale incidente domestico - ha rivolto parole a sfondo razzista. «Credetemi - dice il mediatore culturale ghanese - non voglio accendere i riflettori sulla vicenda, anche perché Benevento è una città piccola: sto ricevendo solidarietà da tantissimi amici ma anche da tanta gente che non conosco e che condanna l'episodio».

«Sono certo - continua Musah - che l'infermiera avrà detto quelle cose forse perché stressata dal turno di lavoro, dopo ore trascorse a soccorrere malati. Già ieri sera, dopo l'episodio, i sanitari dello stesso ospedale che operavano al pronto soccorso mi hanno quasi 'coccolato', ma per me era finita lì». 

Sulla vicenda è intervenuta anche l'Arci di Benevento, con un comunicato firmato dal presidente Fulvio Ianiro: «A Musah, conosciuto in città come un serio professionista e un ragazzo di profonda sensibilità, va tutta la nostra solidarietà; abbiamo poi saputo del tam tam di questo gravissimo, ennesimo, episodio accaduto nella 'tranquillà città di Benevento. Sarebbero molte le cose da dire in merito, partendo dal grave comportamento dell' operatrice in veste di funzionario svolgente un pubblico servizio, quindi assoggettato alle leggi di dello Stato, a partire da quelle costituzionali».

«Non sta a noi di certo inquadrare legalmente questo triste episodio, - conclude la nota dell'Arci - ma condannarne tutti gli aspetti si, perché non è possibile che nel 2018 accadano ancora fatti intrisi di tale ignoranza, dove e l' arroganza assume persino le vesti di una delicata istituzione come quella sanitaria pubblica, che è un baluardo essenziale di democrazia, solidarietà, mutualismo, uguaglianza e umanità, e non si tratta di 'buonismò, ma di consapevolezza dell' essere cittadini liberi, seppure in uno Stato in cui l'idiozia è ancora largamente diffusa».

Ultimo aggiornamento: 20:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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