Genova, curva pericolosa sul Morandi: limite di 70 orari sul nuovo ponte

Domenica 19 Luglio 2020 di Francesco Bisozzi
Genova, curva pericolosa sul Morandi: limite di 70 sul nuovo ponte

Il ponte di Genova è stato ricostruito in tempi record, ma per percorrerlo bisognerà procedere al rallentatore o quasi. Iniziano a sorgere le prime criticità. Le nuove norme geometriche di costruzione delle strade, introdotte nel 2001, con cui sono stati fissati parametri precisi per la lunghezza dei rettilinei e i raggi delle curve contigue, a quanto emerso, non sarebbero state rispettate. Risultato? A differenza del Morandi, sulle cui macerie è sorta la nuova opera, il tracciato del ponte prossimo all'inaugurazione imporrà limiti di velocità più stringenti del previsto: verso Savona non è escluso che il limite scenda addirittura a 70 chilometri orari, contro i 90 consentiti sul Morandi. Ma al Messaggero Siro Dal Zotto, in qualità di direttore operativo di Fincantieri Infrastrutture, società incaricata di ricostruire il Morandi, spiega: «Quelle norme valgono per le nuove opere mentre in questo caso è legittimo parlare di un rifacimento».

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ESAMI
Intanto sta iniziando il collaudo sulla resistenza della struttura. Più nel dettaglio, allarma la curva dopo il ponte in direzione di Savona, ritenuta critica dagli addetti ai lavori. Al punto che per rimediare al problema adesso l'Anas potrebbe decidere di portare il limite di velocità su quel tratto a settanta chilometri orari. Sempre il direttore operativo di Fincantieri Infrastructure sottolinea però che non è corretto parlare di tracciato fuori norma: «Il nuovo ponte segue il vecchio tracciato del Morandi, disegnato oltre mezzo secolo fa, molto tempo prima dunque dell'introduzione delle nuove norme geometriche di costruzione delle strade, il cui scopo finale è quello di limitare la lunghezza dei rettilinei e di garantire nel contempo la dolcezza delle curve». Di più. «L'alternativa sarebbe stata quella di elaborare un percorso più tortuoso, a forma di esse, ma una soluzione di questo tipo avrebbe allungato i tempi di realizzazione dell'opera», prosegue l'ingegnere.

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Insomma, la questione era già nota da tempo. Tant'è che a febbraio 2019 le anomalie erano state evidenziate al Consiglio superiore dei lavori pubblici da Italferr, estensore del progetto esecutivo, e a marzo 2019 da Autostrade per l'Italia (Aspi) in conferenza dei servizi. All'epoca il consiglio si rifugiò in corner e si limitò a prescrivere l'utilizzo di asfalto ad alta aderenza. 
LE PROVE
Il progetto iniziale prevedeva già un limite di 80 chilometri orari, dunque inferiore a quello in vigore sul Morandi, e il controllo fisso della velocità. Il ricorso ai cosiddetti Tutor però ancora oggi non è scontato per problemi di natura legale.  Al via nel frattempo le operazioni per il collaudo statico della struttura. Saranno impiegati 54 autoarticolati con motrice e rimorchio per le prove sul viadotto e 4 veicoli «self propelled modular transporter» per le prove sulla rampa di innesto con l'autostrada A7. Dovranno transitare sulla struttura in formazione serrata e a marcia lenta per permettere l'assestamento strutturale dell'impalcato, poi in una prova a torsione percorreranno la carreggiata nord e quella sud, mentre in una prova di frenatura i mezzi coinvolti nei test si arresteranno contemporaneamente in un punto definito. Dopodiché si procederà all'esecuzione delle prove statiche e i veicoli verranno posizionati su porzioni prefissate dell'impalcato per sperimentare stati di sollecitazione sulla struttura superiori agli stati d'esercizio del viadotto. L'Anas, che in quanto gestore della strada ha la responsabilità di garantirne la sicurezza, dopo il collaudo darà indicazioni su come regolare la viabilità ed è a quel punto che potrebbe imporre come cautela il limite di velocità a settanta chilometri orari.
 


 

Ultimo aggiornamento: 19:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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