Una polizza salva-dirigenti per sbloccare le pratiche: troppa paura di decidere

Sabato 20 Febbraio 2021 di Andrea Bassi
Una polizza salva-dirigenti per sbloccare le pratiche: troppa paura di decidere

Il caso recente più eclatante è stato quello di Maria Cannata, l'ex direttore del debito pubblico italiano. Per anni ha gestito sapientemente gli oltre 2.500 miliardi del passivo dello Stato. Finita anche lei nelle maglie della Corte dei conti. Giudicata e assolta in primo e secondo grado, per un presunto danno erariale da 1 miliardo di euro. Una cifra talmente esorbitante che in pochi al mondo sarebbero in grado di risarcire. Figurarsi un funzionario, seppure ai massimi livelli, con uno stipendio pubblico. Ma se la storia di Cannata è salita alla ribalta delle cronache per la levatura del personaggio e per l'importo contestato, sono centinaia i dirigenti pubblici che ogni anno finiscono nelle maglie del danno-erariale.

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La «fuga dalla firma», di cui ieri ha parlato Mario Draghi, nasce anche da qui. Il tema è sul tavolo da tempo. Nel decreto semplificazioni di luglio, il governo Conte II ha inserito una norma «a tempo» (scade il 31 dicembre prossimo), che limita fortemente la possibilità di contestare il danno erariale. I giudici amministrativi, fino a fine anno, potranno agire soltanto nel caso di «dolo» e quando sia dimostrata l'effettiva volontà del funzionario pubblico di voler cagionare il danno erariale. Viene cioé, eliminata la perseguibilità per «colpa grave». L'unica eccezione è nel caso dei comportamenti omissivi. Se il funzionario non emette un atto che avrebbe dovuto predisporre e causa un danno, resta perseguibile anche per colpa. Questa misura è stata pensata proprio per accelerare gli investimenti del Recovery plan. Ma tuttavia si starebbe dimostrando insufficiente.

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I RISCHI
Il punto è che per stabilire se c'è stato dolo o solo colpa, i funzionari comunque rischiano di finire a processo davanti alla Corte dei Conti. Con tutte le spese legali che oggi sono a loro carico. Così una delle proposte che sarebbe sul tavolo dei tecnici del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, sarebbe quella di una polizza assicurativa a carico dell'amministrazione di appartenenza per coprire le spese legali in caso di giudizio per danno erariale da parte della giustizia contabile. Una misura che era stata inserita anche all'interno del piano Colao sul Recovery. Non sarebbe ovviamente l'unica norma «sblocca-firma». L'altro elemento, pure sottolineato da Draghi, è la «collaborazione tra i funzionari pubblici e la stessa Corte dei conti». Questa collaborazione potrebbe prendere la forma di pareri preventivi da parte dei giudici amministrativi sugli atti, almeno quelli più rilevanti, alla firma dei dirigenti pubblici. Una specie di ruolo consulenziale per evitare che alcune decisioni, in cui ci sono margini di discrezionalità, possano essere qualificate dai giudici contabili come dannose per l'erario.
Draghi ha anche sottolineato però, come i dirigenti pubblici non debbano essere «irresponsabili» delle loro decisioni. Su questo punto gli uffici di Brunetta starebbero lavorando a una sorta di «cura della competenza». Più nei posti giusti ci sono gli uomini e le donne maggiormente formati e preparati, migliori e più tempestive saranno le decisioni prese. C'è da dire anche che la tecnologia cambierà molte cose nella Pubblica amministrazione. Le vecchie procedure burocratiche saranno via via sempre più digitalizzate.

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LE PROSPETTIVE
Con l'avvento di algoritmi e dell'intelligenza artificiale, lo spazio della discrezionalità tenderà a ridursi. Dove non c'è discrezionalità da parte del funzionario pubblico, la responsabilità potrebbe essere affievolita. E questo non vale soltanto per quella erariale, ma anche per quella penale. Altro punto, questo, sottolineato da Draghi nel suo intervento di ieri alla Corte dei conti. Il presidente del Consiglio ha parlato di un quadro legislativo «arricchito di norme complesse, incomplete e contraddittorie, e di ulteriori responsabilità anche penali». Il passaggio, probabilmente, si riferisce all'approvazione a pochi mesi di distanza di un decreto denominato «spazzacorrotti» che ha inasprito le norme sulla responsabilità penale dei pubblici funzionari, e un altro ribattezzato «semplificazioni» che ha provato invece ad ammorbidirle per spingere gli investimenti del Recovery. Spinte in direzioni opposte che non rendono per nulla semplice l'azione amministrativa.

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Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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