Distrutta la vigna di Ratzinger a Castel Gandolfo, al suo posto arriva quella di Papa Francesco

Domenica 14 Febbraio 2021 di Franca GIansoldati
Distrutta la vigna di Ratzinger a Castel Gandolfo, al suo posto arriva quella di Papa Francesco
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Città del Vaticano – Togli e metti, metti e togli.

Non c'è pace nei Giardini di Castelgandolfo per le Vigne papali. Distrutta la Vigna di Ratzinger sta per nascere la Vigna di Bergoglio. Sembrerebbe quasi la guerra delle vigne, se non fosse che tra i due Papi c'è davvero una reale e buona armonia.

Archiviata la misteriosa distruzione dei filari di vite dell'ormai famosa e simbolica Vigna di Ratzinger - che due anni fa era stata totalmente sradicata dall'oggi al domani per liberare spazio e tentare di realizzare un bizzarro progetto edilizio per un centro convegni (nel frattempo abortito) -, ora si sta facendo spazio ad un altro vitigno, da un'altra parte della tenuta. Con un nuovo progetto. 

Stavolta la vigna è stata autorizzata da Papa Francesco visto che la decisione di piantarla e coltivarla pare sia stata presa direttamente da Santa Marta. Alcune settimane fa una squadra di operai ha iniziato a lavorare attorno alla parte dei terreni della tenuta pontificia digradante verso l'eliporto, un'area che finora era sempre stata coltivata ad erba medica in modo da poter alimentare le mucche della fattoria papale secondo una concezione biologica, autoctona e super controllata. 

Un grosso trattore avrebbe iniziato a preparare il terreno movimentando le zolle per poter mettere a dimora le piantine – barbatelle - che, tra qualche anno, se tutto andrà per il verso giusto, daranno vita a due ettari di vigna. Il tipo di vigna scelto per il vino di Papa Francesco ancora non si conosce nel dettaglio anche se da riviste di settore è trapelato che alla guida di questo progetto ci sarebbe una autorità in materia, Riccardo Cotarella, presidente dell’Associazione Enologi Italiani e della Union International des Oenologues. Anche stavolta il vino prodotto non sarà ovviamente commercializzato, ma avrà un utilizzo interno esattamente come era per la Vigna di Benedetto XVI – quella che è stata distrutta e dove, oggi, al suo posto, vengono coltivate delle roselline. 

Il vitigno sradicato un anno fa (sembra per ordine della direzione dei musei delle Ville Pontificie) era stato donato a Papa Ratzinger dalla Coldiretti poco dopo la sua elezione, in omaggio alla storica frase pronunciata dalla Loggia delle Benedizioni al momento dell'annuncio: «sono un umile operaio nella vigna del Signore». A corredo dei vitigni la Coldiretti gli aveva anche donato i macchinari e tutto il necessario per la produzione di vino autoctono. Si trattava di filari di Trebbiano che davano uva bianca e, sul lato opposto, filari di Cesanese di Affile, un rosso antico. I filari si distribuivano su una estensione di circa mille metri quadrati, davanti alla statua del Buon Pastore e nei pressi della fontana dell'Orfeo. Il pontefice emerito, quando atterrava nel vicino eliporto per trascorrere qualche giorno di vacanza a palazzo, passando da lì, ogni tanto si fermava a pregare davanti alla statua del Buon Pastore, tra le sue viti. 

L'enologo Riccardo Cotarella è l'esperto che cura le vigne dei vip, da Sting a D'Alema, da Brunello Cucinelli a Vespa. 

Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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