CITTA' DEL VATICANO Papa Francesco ha inviato al presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia e a tutti i partecipanti al Meeting Regionale Europeo della World Medical Association un messaggio sul fine-vita. Servono leggi condivise. In questo messaggio Bergoglio ricorda che è «moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzionalità delle cure». Francesco si rifà alla dottrina classica della Chiesa, enunciata anhce nel Catechismo. L’aspetto di tale criterio è che prende in considerazione «il risultato che ci si può aspettare, tenuto conto delle condizioni dell’ammalato e delle sue forze fisiche e morali» e consente quindi di giungere a una decisione che si qualifica moralmente come rinuncia all’accanimento terapeutico.
Bergoglio invita i governi a procedere in questo campo con calma e dialogo per arrivare a leggi il più possibili condivise. «In seno alle società democratiche, argomenti delicati come questi vanno affrontati con pacatezza: in modo serio e riflessivo, e ben disposti a trovare soluzioni – anche normative – il più possibile condivise. Da una parte, infatti, occorre tenere conto della diversità delle visioni del mondo, delle convinzioni etiche e delle appartenenze religiose, in un clima di reciproco ascolto e accoglienza. D’altra parte lo Stato non può rinunciare a tutelare tutti i soggetti coinvolti, difendendo la fondamentale uguaglianza per cui ciascuno è riconosciuto dal diritto come essere umano che vive insieme agli altri in società».
«Una particolare attenzione va riservata ai più deboli, che non possono far valere da soli i propri interessi.
Papa sul fine vita: «Sospendere le cure se non proporzionali»
Giovedì 16 Novembre 2017 di Franca GiansoldatiSe questo nucleo di valori essenziali alla convivenza viene meno, cade anche la possibilità di intendersi su quel riconoscimento dell’altro che è presupposto di ogni dialogo e della stessa vita associata. Anche la legislazione in campo medico e sanitario richiede questa ampia visione e uno sguardo complessivo su cosa maggiormente promuova il bene comune nelle situazioni concrete».