Neve, ecco dove si scia: impianti aperti solo solo al Nord. Il tempo potrebbe mutare nel weekend (ma al Centro fa ancora caldo)

Italia divisa: sull’Appennino impianti chiusi, solo in quota sulle Alpi la stagione è salva

Mercoledì 4 Gennaio 2023 di Stefano Ardito
Montagne senza neve, si scia solo al Nord: il tempo potrebbe mutare nel weekend (ma al Centro fa ancora caldo)

Sulle Alpi la neve e lo sci sono tornati, e invece l’Appennino chiede aiuto.

Bastano queste parole per descrivere la situazione sulle montagne italiane alla vigilia del weekend dell’Epifania, che chiuderà le vacanze di Natale e Capodanno 22-23. Sull’arco alpino tra novembre e dicembre la neve è caduta copiosa, e le basse temperature hanno consentito di “sparare” abbastanza neve artificiale per garantire un buon inizio di stagione. Sull’Appennino all’inizio è accaduto lo stesso, e Roccaraso e Rivisondoli hanno aperto piste e impianti in anticipo, seguite da Campo Imperatore, sul Gran Sasso. 

Poi il clima ha diviso in due parti l’Italia, e mentre sulle Alpi altre nevicate e il freddo hanno consentito di sciare anche durante le festività natalizie, sull’Appennino sono arrivati caldo e vento. Il libeccio e gli scrosci che a dicembre hanno colpito Roma e le coste del Tirreno, e che hanno contribuito alla tragedia di Ischia, hanno cancellato la neve dall’Emilia all’Aspromonte. Anche le località turistiche di Lazio e Abruzzo sono state colpite. Sulla Maiella e sul Gran Sasso c’è neve solo sulle cime più alte, oltre i 2200/2400 metri di quota, adatta ad ascensioni alpinistiche e poco altro. Più in basso ci sono prati, boschi e sentieri scoperti. «Nei canaloni del Corno Grande sembra di essere in primavera», spiega Igor Antonelli, organizzatore di eventi di scialpinismo ed ex-direttore della stazione invernale di Ovindoli. «Filettino è piena di gente, nei borghi la stagione si è salvata. In alto arrivano in pochi, noi abbiamo sostituito le ciaspolate con camminate», aggiunge Mauro Venditti del rifugio Viperella di Campo Staffi. 

VERSO NORD
Per chi vuole passare il weekend dell’Epifania sci ai piedi, il consiglio è di dirigersi a nord e ad alta quota. Dopo Natale il caldo anomalo è arrivato sulle Alpi, e le stazioni a quote medio-basse hanno iniziato a soffrire. Oltre i 1500 metri, fino ai 3000 e oltre, le piste sono invece in condizioni perfette. I prezzi degli skipass sono aumentati tra il 5% e l’8%, ma questo non ha fermato gli appassionati. Gli impianti sono tutti aperti al Sestriere e nel resto della Via Lattea, in Piemonte. In Valle d’Aosta apertura quasi totale a Courmayeur, e nel Monterosa Ski di Ayas e Gressoney. A Cervinia sono aperte 90 piste su 91, dove funziona il collegamento con Zermatt. Ottime notizie anche da Santa Caterina Valfurva e da Bormio in Lombardia, e da Madonna di Campiglio e dalla Val di Fassa in Trentino, dove a fine gennaio si correrà per la cinquantesima volta la Marcialonga, la prima “gran fondo” italiana. Notizie analoghe dall’Alto Adige (Val Gardena, Alta Badia, Solda, Sesto), da Cortina e dalle Dolomiti venete, dal Friuli. Nel Superski Dolomiti, che vanta 1200 chilometri di piste, è aperto quasi il 90% degli impianti.
Se sulle Alpi si ride, a sud della Pianura Padana la situazione è tragica. Sul Monte Cimone, in Emilia, c’è solo un campo-scuola realizzato spostando la neve dall’alto. A Pescasseroli, Roccaraso e Ovindoli funziona un unico impianto per consentire escursioni panoramiche. Al Gran Sasso, dove la funivia di Campo Imperatore funziona, i sindaci di Calascio e dei borghi vicini hanno fatto riaprire la strada che traversa l’altopiano, e gli automobilisti hanno risposto all’invito. Ma questo agli imprenditori dello sci e alle Regioni appenniniche non basta.

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INCONTRO URGENTE
Ieri l’Emilia-Romagna, la Toscana e l’Abruzzo hanno chiesto un incontro urgente con il ministro del Turismo Daniela Santanchè, per mettere a punto «un piano straordinario per le montagne senza neve». «Gli operatori dell’Appennino, dopo le stagioni cancellate dal Covid, sono alle prese con un altro momento nero che rischia di avere effetti irreversibili», spiegano il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il suo assessore al Turismo Andrea Corsini. «Il Governo deve stanziare fondi per compensare i danni causati da questa anomalia climatica, e per mettere gli operatori nelle condizioni di resistere, senza abbandonare le montagne», aggiungono gli assessori Leonardo Marras (Toscana) e Daniele Damario (Abruzzo). 
Cambierà questa situazione in futuro? «Nel prossimo weekend arriveranno delle nevicate su tutte le montagne italiane. Sull’Appennino però continuerà a fare caldo, e la neve rischia di sciogliersi presto. Più avanti non è possibile andare», chiarisce Thomas Di Fiore, tecnico metereologo del centro AQ Caput Frigoris. Sull’Appennino, per ora, resteranno sassi e prati. 

Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 03:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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