Accesi a San Pietro l'abete, il presepe e la grande statua dei migranti destinata a restare

Venerdì 11 Dicembre 2020 di Franca Giansoldati
Accesi a San Pietro l'abete, il presepe e la grande statua dei migranti destinata a restare

Città del Vaticano - In Vaticano sono stati 'accesi' l'abete di Natale, il presepe stilizzato e la grande scultura bronzea alta tre metri e larga cinque, raffigurante una zattera di migranti, che l'anno scorso era stata collocata temporaneamente in un lato di piazza San Pietro, sollevando numerose critiche perché si tratta oggettivamente di un elemento artistico estraneo al contesto tanto da sciupare l'armonia voluta da Bernini.

Ormai però è chiaro che la statua è destinata a restare in modo permanente a San Pietro, con buona pace degli storici dell'arte.

 

La statua bronzea è stata illuminata - assieme ai tradizionali simboli del Natale - per risaltare di più da lontano e ricordare che anche Gesù è stato un migrante, in fuga per salvare la vita.

Le luci risaltano anche nel grande presepe di ceramica, dono dell'Abruzzo e sul maestoso albero proveniente dalla Slovenia. «Nel presepio, tutto parla della povertà 'buona', la povertà evangelica, che ci fa beati» ha detto stamattina Papa Francesco ricevendo in udienza le delegazioni dalla Slovenia e dall'Abruzzo.

Papa Bergoglio ha anche ricordato la fuga di Maria e Giuseppe da Nazareth fino a Betlemme: «Per loro non c’era posto, nemmeno una stanzetta; Maria ascolta, osserva e custodisce tutto nel suo cuore. Giuseppe cerca un luogo da adattare per lei e il Bambino che sta per nascere». Anche in questo Natale, segnato dalle sofferenze della pandemia, «Gesù, piccolo e inerme, è il 'Segno mirabile' che Dio dona al mondo».

L'esatta copia della scultura di bronzo raffigurante i migranti che è in piazza san Pietro è stata svelata lo scorso 8 dicembre nella Grand Army Plaza di New York, nel quartiere di Brooklyn, e anche questa, per tutto il periodo natalizio, verrà illuminata allo stesso modo. «Un gemellaggio per ricordare che, ancor più in questo momento di pandemia, siamo tutti bisognosi e in attesa», spiegano alla sezione Migranti e Rifugiati del Vaticano.

Il monumentale presepe in piazza - formato da statue di ceramica a grandezza maggiore del naturale proveniente da Catelli in Abruzzo - ha sollevato le prime critiche perchè stavolta la Natività è effettivamente un po' troppo stilizzata e non si associa subito all'idea di un bambino appena nato vegliato dai genitori, dagli angeli e dai pastori. 

«La possibilita' di poter allestire il monumentale presepe della scuola d'arte di Castelli - ha spiegato monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo della diocesi Teramo-Atri - e' davvero un grande dono per tutta la nostra chiesa diocesana e soprattutto una grande occasione per un territorio che e' stato duramente colpito da due terremoti nel 2006 e nel 2017. E' un momento anche per dare testimonianza della fede del popolo abruzzese e di questa comunita' con le sue capacita' artistiche».

L'opera esposta in Piazza San Pietro, e' realizzata dagli alunni e dai docenti dell'Istituto d'arte "F.A. Grue", attuale liceo artistico statale per il design, che, nel decennio 1965-1975, dedico' l'attivita' didattica al tema natalizio. Per l'occasione sono stati portati solo alcuni pezzi della fragile collezione composta da 54 statue

Ultimo aggiornamento: 21:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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