La guerra della messa in latino continua, stavolta a colpi di diritto canonico.
Il documento autorizzato da Francesco era arrivato come una mannaia, praticamente l'ennesimo stop al cammino fatto in passato da Benedetto XVI per normalizzare l' ingarbugliata situazione tra le varie comunità tradizionaliste che dai tempi del concilio creavano scompiglio.
Il vescovo americano nel testo ha trovato la falla mediante la quale intervenire: il divieto vaticano si concentra, infatti, solo sulle chiese parrocchiali. IN pratica se i vescovi vogliono far celebrare la messa in latino al momento occorre chiedere un permesso speciale in Vaticano. Naturalmente questa autorizzazione, visto il clima da caccia alle streghe ormai palese, viene dato con il contagocce. Così monsignor Thomas Paprocki, vescovo di Springfield ha tolto lo status parrocchiale alle chiese dove finora continuavano ad essere celebrate le messe in latino. IN questo modo la questione si è risolta da sè. NOn essendo più chiesa parrocchiale non ci sarà più bisogno del permesso vaticano. In pratica tutto resterà come prima. «Ora siamo in conformità con quel decreto».
Il sito italiano Messainlatino, punto di riferimento delle comunità del rito antico, davanti a questa notizia ha esultato, elogiando il vescovo americano e anticipando che questo escamotage verrà probabilmente adottato in tutte le diocesi del mondo dove sono presenti le comunità tradizionaliste. Il rescriptum autorizzato dal Papa e firmato dal prefetto del dicastero del culto, Roche era stato giudicato dai canonisti una «intollerabile ingerenza in quella che finora è stata sempre competenza esclusiva dei vescovi».
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