Matrimoni, crollo storico nel 2020: uno su 5 è con cittadini stranieri

Calano soprattutto le nozze tra i più giovani e quelle con rito religioso

Lunedì 21 Febbraio 2022
Crollano i matrmioni nel 2020, 1 su 5 è con cittadini stranieri
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Pochi matrimoni, sempre meno in chiesa e tra sposi giovani e con un'unione su cinque celebrata tra cittadini stranieri. È questo il quadro che emerge dai dati Istat sui matrimoni nel 2020, anno in cui la pandemia ha pesato sulle scelte di migliaia di italiani, costringendoli a rinviare o a rinunciare al "Sì". 

Il 2020 passerà alla storia come l'anno nero per i matrmioni: ne sono stati celebrati solo  96.841, 87 mila in meno rispetto al 2019.

In calo soprattutto le nozze con rito religioso (-67,9%) e i primi matrimoni (-52,3%). Diminuiscono anche le unioni civili tra partner dello stesso sesso (-33,0%), le separazioni (-18,0%) e i divorzi (-21,9%). Nonostante per i primi nove mesi del 2021 i dati provvisori indicano un raddoppio dei matrimoni (rispetto allo stesso periodo del 2020), la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nell'anno precedente.

Un'unione su cinque inoltre riguarda coppie in cui almeno uno sposo è straniero, con un'incidenza maggiore nelle regioni del Nord e del Centro (dove si arriva a un matrmionio su quattro) e minore al sud (l'11%). In testa tra le regioni con percentuale maggiore di matrimoni misti o con partner straniero ci sono Umbria (25,8%), Lombardia (25,2%), Emilia-Romagna (25,1%) e Marche (24,8%).

Il Covid frena il "Sì" soprattutto al Sud

La battuta d'arresto si osserva a partire da marzo 2020 con picchi ad aprile e maggio a causa delle pesanti restrizioni imposte dalla pandemia. A frenare i futuri sposi sono state dunque  soprattutto le misure di contenimento (divieto di assembramenti, numero massimo di persone in caso di eventi) oltre agli effetti sociali e i costi economici della crisi sanitaria. Il crollo appare più pronunciato nelle zone d'Italia in cui per tradizione i festeggiamenti includono un numero maggiore di invitati: al sud i matrimoni sono calati del 54,9%, rispetto al Centro (-46,1%) e al Nord (-40,6%). 

Sempre meno matrimoni, la colpa è anche del declino demografico

Non solo il Covid: tra le cause del calo di matrimoni c'è anche il calo delle nascite che si registra dagli anni '70. Si riduce infatti la numerosità della popolazione in età da matrimonio e, di conseguenza, a parità di propensione a sposarsi, cala il numero assoluto di nozze. Fortunata eccezione nella curva negativa è stato l'anno 2000, in cui il numero di matrmioni aumentò per "l'attrattività" di celebrare le nozze all'inizio del nuovo millennio. 

Calano le prime nozze tra i giovani, aumentano le convivenze 

Il 2020 passerà alla storia anche come l'anno record negativo per le prime nozze: soltanto 69.743 (-52,3% rispetto al 2019). Il crollo maggiore si registra tra i giovani: sono scesi del 55,6% i primi matrimoni in cui lo sposo in età tra 30 e 39 anni e del 54,4% quelli in cui la donna ha meno di 39 anni. Non è un fenomeno nuovo: dalla metà degli anni '70  si è assistito sia alla posticipazione dell'età al primo matrimonio  e  alla progressiva diffusione delle libere unioni, quasi quadruplicate dal periodo 1999-2000 al 2019-2020 (da circa 380mila a poco meno di 1 milione 400mila). 

Matrimoni misti: per i tre quarti sono uomini italiani con partner straniere

Dei 14mila matrimoni misti celebrati nel 2020 oltre i tre quarti riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera, che nel 18% dei casi è romena, 14,9% ucraina, russa nel 7,5% e brasiliana nel 5,9%. Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono invece solo 3.453 (il 3,6% del totale delle spose) e i partner hanno più frequentemente cittadinanza marocchina (15,5%) o albanese (10,6%). 

Le nozze in cui entrambi i partner hanno nazionalità straniera ma almeno uno dei due risiede in italia invece sono state 3.591 (-39,4%). I matrimoni più diffusi sono quelli tra cittadini rumeni (pari al 23,9% delle unioni tra stranieri residenti), nigeriani (607, pari al 16,9%) e ucraini (317, pari a 8,8%). 

 

Gassani, «Sposarsi oggi rappresenta una scelta quasi azzardata»

La crisi è profonda se si pensa che nel 1970 l'Italia si assestò al primo posto nel mondo come numero di unioni matrimoniali rispetto al numero degli abitanti con 450.000 nozze celebrate. «Bisogna mettere la famiglia, in tutte le sue declinazioni, al primo posto per evitare che si ingrossi l'esercito dei single e venga meno il futuro del Paese, ormai sempre più vecchio e senza prospettive future» ha detto Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami) commentando i dati, aggiungendo che un bambino su 4 nasce da coppie non sposate. Sotto questo profilo, l'esperto insiste sulla necessità di politiche attive mirate ai più giovani: «La politica deve incentivare i matrimoni attraverso misure che aiutino le coppie a sostenere i mutui per la prima casa e per i contratti di locazione, nelle grandi città questi sono ancora inaccessibili per molti. Sposarsi oggi rappresenta una scelta quasi azzardata, data la situazione economica del Paese».

Infine rimane positivo il dato sulle nozze con cittadini stranieri, sui quali però l'esperto segnala che «Il 70% dei matrimoni misti finisce in tribunale, mancando una politica di interculturalità e di preparazione al matrimonio con un coniuge straniero». 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 07:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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