Farmaci introvabili, ecco quali sono. Non solo gli enzimi pancreatici, la lista si allunga. «Anche i salvavita»

Secondo l’Aifa sono 3.500 i medicinali «carenti». Criticità in particolare per 30 prodotti, tra cui antidiabetici e antitumorali

Lunedì 29 Gennaio 2024 di Graziella Melina
Farmaci introvabili, ecco quali sono. Non solo gli enzimi pancreatici, la lista si allunga. «Anche i salvavita»

 «Il farmaco non è più disponibile per cessata commercializzazione definitiva». Poche parole, ripetute a fianco di centinaia di prodotti, da diverse settimane ormai, segnalano la fine di una terapia spesso salvavita. E anche se l’allarme lanciato in questi giorni dal cantante Fedez fa emergere la difficoltà a reperire gli enzimi pancreatici, in realtà l’elenco aggiornato ogni settimana sul sito dell’Aifa, l’agenzia italiana per il farmaco, dimostra senza mezzi termini che la carenza delle terapie non è una novità: fino al 26 gennaio, sono 3.494 i prodotti carenti. Che si tratti di problemi produttivi, di forniture discontinue, o di uno stop temporaneo, fatto sta che per ciascun farmaco occorre trovare una soluzione sostitutiva contattando lo specialista oppure il medico di medicina generale. 
«Il problema si ripresenta ciclicamente e non è più dovuto alla pandemia», ribadisce Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma.

Tra crisi economica e conflitti bellici che affliggono intere popolazioni, la reperibilità delle terapie è messa a dura prova ovunque. «Non dimentichiamo che l’Europa – precisa Tobia - è dipendente da altri paesi, soprattutto da Cina e India, dove vengono prodotti i principi attivi. E l’approvvigionamento non sempre è in grado di soddisfare le richieste. Senza contare poi che ci sono stati problemi anche per il confezionamento dei farmaci. Per esempio, i blister di alluminio prodotti in Ucraina e Moldavia non erano disponibili. Si aggiungono poi la contemporanea presenza della sindrome influenzale e il Covid che hanno chiaramente aumentato le difficoltà a reperire i prodotti necessari per la cura dei sintomi».

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Per i farmacisti, insomma, riuscire a garantire farmaci per tutti i pazienti non è affatto semplice. «Abbiamo difficoltà per alcuni farmaci come paracetamolo, ibuprofene, antibiotici – ricorda Tobia – Queste terapie, però, trovano nei prodotti equivalenti una valida sostituzione». E se per curare un mal di gola oppure la tosse, un prodotto lo si trova comunque, non va sempre così nei casi in cui si è affetti da patologie croniche e serie. «Mancano anche farmaci salvavita, c’è qualche carenza per esempio con l’insulina, soprattutto a causa dell’elevata richiesta non solo per chi soffre di diabete, ma anche per le cure dimagranti. Sappiamo già che ci saranno difficoltà anche nell’arco dell’anno». 

I NUMERI

La situazione è dunque complessa: sono 399 i farmaci carenti per i quali Aifa può autorizzare l’importazione, 2.577 quelli che si possono sostituire con prodotti equivalenti e per altri 524 è disponibile un trattamento terapeutico alternativo. In sostanza, tra sostituzioni e cambi vari, sono circa 300 le reali carenze di farmaci, 30 quelli che presentano maggiore criticità. «Gli ambiti terapeutici nei quali negli ultimi mesi si sono manifestate problematiche a livello ospedaliero - spiega Marcello Pani, segretario della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici (Sifo) e direttore della farmacia ospedaliera del Policlinico Gemelli di Roma - riguardano antibiotici, qualche antitumorale, antidiabetici, alcuni farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale. Si tratta prevalentemente di farmaci prodotti da diverse aziende. Di solito, queste “indisponibilità” si verificano a carico dei farmaci generici o biosimilari, quelli cioè a brevetto scaduto, prodotti da più aziende».

 

Succede così in particolare quando le Regioni indicono le gare di appalto per l’acquisto dei farmaci con prezzi a base d’asta troppo bassi, a tal punto che la produzione e la commercializzazione di queste terapie non sono più convenienti. «Alcune aziende – rimarca Pani - alla fine non partecipano alle gare oppure, anche se partecipano e si aggiudicano la fornitura, non sono poi in grado di onorare gli impegni contrattuali presi. E quando gli ospedali e le asl ordinano al fornitore questi farmaci, in alcuni casi la consegna attesa non avviene oppure ritarda, anche se non sono presenti nella lista dei prodotti carenti aggiornata da Aifa. A questo punto, l’indisponibilità costringe gli ospedali a verificare se altre ditte produttrici possono provvedere al rifornimento». Ma intanto in alcuni casi gli ospedali rischiano di rimanere senza farmaci, proprio perché costretti a cercare alternative equivalenti da fornitori non abituali. Intanto, per evitare che il paziente rimanga senza terapia, anche salvavita, come per esempio nel caso degli antitumorali, si attiva anche una rete nazionale di monitoraggio dei Farmacisti ospedalieri (Drughost) condivisa con Aifa, che aggiorna l’elenco dei farmaci che non si trovano. «Grazie a questo database – assicura Pani - si riescono a tenere sotto controllo le indisponibilità e a prevenire poi le carenze».

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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