Covid, senza sport un bimbo su 2 più obesità e depressione

Mercoledì 2 Giugno 2021 di Graziella Melina
Covid, senza sport un bimbo su 2 più obesità e depressione
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Niente scuola e niente sport per oltre un anno. Confinati giornate intere nelle camerette, seduti davanti al computer, per i bambini e gli adolescenti la pandemia ha lasciato un conto salato da pagare: irritabili, spesso di umore nero e in sovrappeso, e alcuni persino con disturbi mai avuti prima. Secondo un’indagine di Ipsos (“L’impatto del Covid sullo sport”) commissionata dal dipartimento per lo Sport e realizzata con la collaborazione dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive dello Spallanzani, il Policlinico Gemelli di Roma e l’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù, il rallentamento e la sospensione delle attività motorie a causa della pandemia ha provocato soprattutto un aumento dell’appetito e del peso su più di un bambino su 3 e sul 43% dei ragazzi.

Ma non solo. 

I dati raccolti dagli esperti hanno messo in evidenza un profondo stato di malessere: a cominciare dalla spossatezza, che cresce significativamente con l’età (26% fra i bambini di 6-10 anni, 37% degli 11-13enni, 42% dei 14-16enni e più di un ragazzo su 2 fra quelli di età compresa fra 17 e 19 anni). Aumentano poi i disturbi del sonno (28% dei bambini e 37% dei ragazzi), ma anche mal di pancia (17% e 16%), dolori muscolari (16% vs 31%) e cefalea (14% vs 20%). L’inattività fisica ha inciso anche sull’umore. Non sono infrequenti sensazioni di tristezza (55% tra i bambini e 69% tra i ragazzi), apatia (rispettivamente 53% e 58%), irascibilità (quasi la metà dei bambini e quattro su dieci ragazzi) e stati di ansia (37% fra i 6-10 anni, 45% 11-13enni, 52% 14-16enni e 60% dei 17-19enni). Con l’aumentare dell’età cresce anche il senso di preoccupazione per il futuro. «I segnali d’ansia - si legge nell’indagine - raggiungono livelli significativi nella percezione soggettiva di molti giovanissimi, che riconoscono di avere segnali quali tensione, irritabilità o immaginano scenari futuri terribili, in particolare tra i 17 e i 19 anni (35-40%), con una preponderanza di ragazze sui ragazzi di almeno 7 punti percentuali». 

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IL PEDIATRA

In effetti, nell’età pediatrica, come spiega Annamaria Staiano, neo presidente della Società italiana di pediatria, «le manifestazioni di infezione da covid sono state poche, mentre invece gli effetti indiretti per l’isolamento sociale di bambini e adolescenti sono stati devastanti. Abbiamo osservato problematiche comportamentali che sono sfociate fino a manifestazioni di tipo psichiatrico. È aumentata anche la casistica di gesti estremi da parte degli adolescenti». La mancanza di sport ha determinato squilibri su più fronti. «Il lockdown - continua Staiano - ha portato ad un’alterazione di uno stile di vita che, per essere corretto, si basa su tre elementi principali: nutrizione, attività fisica e una durata del sonno appropriata.

Non dimentichiamo che l’attività motoria durante la pandemia è venuta a mancare per l’impossibilità di accedere a luoghi dove si svolge lo sport, tipo palestre oppure piscine o campi da tennis. Ma anche l’attività motoria all’aperto è stata limitata. Per molti ragazzi non è stato possibile neanche scendere nei cortili di casa, o andare in bicicletta. Se si pensa che l’attività fisica consigliata ai bambini di ogni età è di almeno 60 minuti al giorno, possiamo immaginare come questa privazione abbia chiaramente contribuito a creare ulteriori condizioni negative». 

INCENTIVI IN ARRIVO

Intanto, per incentivare lo sport anche per i più piccoli, il governo sta già pensando a nuove misure di sostegno. I dati dell’indagine, ha infatti rimarcato il sottosegretario con delega allo Sport, Valentina Vezzali, «ci devono essere da stimolo e il governo sta mettendo in campo una vera e propria “potenza di fuoco” in termini di iniziative, progetti, misure, interventi economici e soprattutto atti concreti».
 

Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 07:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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