Il grido di Papa Francesco all'Occidente: cambiate gli stili di vita per salvare il pianeta dalla catastrofe ambientale

Venerdì 10 Febbraio 2023 di Franca Giansoldati
Il grido di Papa Francesco all'Occidente: cambiate gli stili di vita per salvare il pianeta dalla catastrofe ambientale

Città del Vaticano - Grido di Papa Francesco sul disastro climatico facilmente individuabile all'orizzonte.

Il mondo occidentale deve cambiare stili di vita velocemente o sarà troppo tardi. «Purtroppo, stiamo assistendo a una crisi sociale e ambientale senza precedenti. Se vogliamo davvero prenderci cura della nostra casa comune e migliorare il pianeta in cui viviamo, e essenziale cambiare profondamente gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo». Francesco torna a lanciare l'allarme. A dargli ragione gli ultimi dati degli osservatori scientifici. Nello stesso tempo il Pontefice della enciclica Laudato Si chiede ai governi di difendere i popoli indigeni. Un evidente endorsement al presidente brasiliano Lula (suo amico) che si batte per proteggere le comunità amazzoniche dal rischio di estinzione a causa del disboscamento e dello sfruttamento indiscriminato del suolo. 

«Dovremmo ascoltare di più i popoli indigeni e imparare dal loro stile di vita per capire bene che non possiamo continuare a divorare avidamente le risorse naturali, perché la terra ci e stata affidata perché sia per noi una madre, capace di dare cio che e necessario a tutti per vivere» ha detto il Papa 

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Francesco ha ricevuto in Vaticano il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e sottolineato subito «il ruolo critico che le popolazioni indigene svolgono nella protezione dell’ambiente» ed «evidenziare la loro saggezza nel trovare soluzioni globali alle immense sfide che il cambiamento climatico pone quotidianamente all'umanità». 

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«Il lavoro dell’Ifad per assistere le comunità indigene in un processo di sviluppo autodeterminato, in particolare attraverso il Fondo di sostegno alle popolazioni indigene, e encomiabile, ma questi sforzi devono essere moltiplicati e accompagnati da un processo decisionale decisivo e lungimirante per realizzare una giusta transizione». E ancora. «Oggi piu che mai - afferma - sono in molti a chiedere un processo di riconversione delle strutture di potere consolidate che governano la societa di cultura occidentale e, allo stesso tempo, trasformano le relazioni storiche segnate dal colonialismo, dall’esclusione e dalla discriminazione, dando vita a un rinnovato dialogo su come stiamo costruendo il futuro del pianeta»

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Alcuni giorni fa il presidente del Brasile ha accusato l'amministrazione di Bolsonaro di aver commesso un genocidio contro il popolo Yanomami dell'Amazzonia visitando lo stato amazzonico di Roraima per denunciare la situazione degli Yanomami, le cui terre, apparentemente protette, sono state messe in crisi dall'incuria del governo e dall'esplosione delle attività minerarie illegali.

«Più che una crisi umanitaria, quello che ho visto a Roraima è stato un genocidio. Un crimine premeditato contro gli Yanomami, commesso da un governo insensibile alle sofferenze del popolo brasiliano» ha twittato Lula.

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Il ministro della Giustizia di Lula, Flávio Dino, ha anche dichiarato che ordinerà un'indagine della polizia federale su "forti indizi" che gli Yanomami abbiano subito crimini, tra cui il genocidio, ovvero il tentativo deliberato di distruggere parzialmente o completamente un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso.

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Alla vigilia del viaggio di Lula sono emerse fotografie raccapriccianti di bambini e adulti Yanomami emaciati, che hanno messo a nudo l'entità della crisi sanitaria in cui versano i circa 30.000 abitanti indigeni del territorio.

Il territorio dove abitano gli Yanomami è grande quanto il Portogallo ed è stato occupato da 20.000 minatori illegali, la cui presenza è stata incoraggiata dall'ex presidente Bolsonaro. Questi minatori hanno avvelenato i fiumi con il mercurio per estrarre oro.

Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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