Caffè fino a 3 euro a Roma, dal Vaticano al Centro il "listino speciale" per truffare i turisti

Il viaggio tra i bar e i ristoranti della Capitale: prezzi alle stelle per gli stranieri

Venerdì 13 Gennaio 2023 di Emiliano Bernardini
Caffè fino a 3 euro a Roma, dal Vaticano al Centro il "listino speciale" per truffare i turisti

«T’invidio turista che arrivi t’imbevi de Fori e de scavi». Peccato che Renato Rascel quando compose “Arrivederci Roma” non pensò alle trappole a cui i turisti vanno incontro ogni giorno quando decidono di prendere un caffè.

Ed è proprio varcando la soglia dei vari bar del Centro che i visitatori della Capitale vengono “truffati”. E già perché sono molti quelli che si sono visti presentare conti assurdi. Un caffè? Tre euro. Un americano? Cinque euro. E poi ancora una spremuta? Almeno 7 euro. E infine la classica Continental breakfast per la quale qualcuno ha pagato anche 13 euro. Prezzi folli in una città che nella media nazionale risulta in fondo alla classifica per i prezzi del caffè. La media è di un euro contro quella di Milano che sale ad 1,30 secondo i dati in mano al Codacons. 

Cracco, colazione con cappuccino e brioche «costa meno che in Autogrill». Lo scontrino della Galleria a Milano virale sui social

CONTI SALATI

Basta fare un giro tra i bar intorno a San Pietro, Piazza Navona, Piazza di Spagna o del Centro storico per capire un fenomeno diffusissimo. I prezzi sono in bella mostra su tutti i menu appoggiati sui tavoli o affissi sulle vetrine. Prezzi che però andrebbero applicati se la consumazione avviene solo se ci si siede al tavolo. La truffa si consuma proprio qui. Il turista che decide di prendere un caffè al bancone alla fine paga come se si fosse seduto. Tre euro un caffè. Cinque l’amato americano. Almeno quattro euro un cappuccino. Questi ultimi due sono i più richiesti dagli stranieri ed è qui che i titolari degli esercizi applicano i maggiori rincari. Basta restare qualche istante nei pressi della cassa per capire il giochetto che viene fatto. Il prezzo che viene applicato è sempre quello scritto sul menù per la consumazione al tavolo mai quello che è scritto sulla tabella delle tariffe per la consumazione al bancone. Spesso quest’ultimo non è esposto o è nascosto. Chi si occupa del conto non chiede dove è avvenuta la consumazione. Si limita solo a dire il prezzo finale. «Two coffee? Six euro». Non solo, perché spesso a finire nella trappola sono anche quegli stranieri che bevono il caffè seduti al tavolo. Molti si sono visti applicare dei sovrapprezzi proprio con la scusa della consumazione con affaccio sul Colosseo o su San Pietro. Il discorso cambia radicalmente se si è italiani. O meglio romani perché basta fare un giro sui social per trovare molte denunce di turisti italiani che si sono visti recapitare conti salatissimi. «Siamo stati in questo bar in corso Vittorio Emanuele per gustare del the, ma non è stata una bella esperienza. Ho chiesto dei pasticcini: sul menù erano indicati 6 pezzi ad un costo di 3 euro, ci hanno portato 4 pasticcini al costo di 3,20 euro. Inoltre nel conto finale anche il costo del the era stato aumentato di 1 euro» racconta Anna da Fermo.
Un discorso simile avviene se si decide di consumare ad uno dei tanti camion bar presenti vicino ai monumenti. I prezzi non sono quasi mai esposti. Al contrario fanno bella mostra pizze e panini oltre ad un numero infinito di bibite. I panini hanno un costo che va dai 5 ai 10 euro. Una bottiglietta d’acqua 3 euro. Una birra cinque o sette euro. 

«Raccomandiamo il rispetto estremo dei prezzi presenti sul listino e soprattutto che le tariffe vengano applicate in maniera uguale per tutti. Questa usanza di modificare i prezzi a seconda se si è turisti o meno, fortunatamente di una piccola parte dei commercianti, potrebbe portare un danno d’immagine alla nostra bellissima città» rimarca Claudio Pica presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio. 

Ultimo aggiornamento: 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci