Bocciato, fa causa alla scuola: promosso dal Tar 4 anni dopo

Martedì 23 Febbraio 2021
Bocciato, fa causa alla scuola: promosso dal Tar 4 anni dopo
Bocciato per non aver recuperato una sola materia, fa causa alla scuola e vince. Anche se dopo quattro anni, con un diploma già in tasca, ma almeno le spese sostenute per far valere le proprie ragioni adesso vanno messe in conto all'istituto superiore che ha frequentato. È la storia che racconta una delle ultime sentenze del Tar dell'Umbria, arrivata dopo l'udienza dello scorso 26 gennaio. È la storia di un ragazzo, all'epoca minorenne, che non è stato promosso alla classe successiva dopo che nell'agosto 2017 il Consiglio dei docenti a maggioranza non lo ha ammesso. Quattro sono stati i professori che si sono detti contrari dopo la prova di recupero del debito in Scienza dell'alimentazione, ma rappresentato e difeso dagli avvocati Romina Pitoni ed Enrico De Luca ha deciso di fare ricorso al tribunale amministrativo regionale contro quella decisione. Anzi, contro l'istituto superiore e anche contro il ministero dell'Istruzione, assistiti invece dall'Avvocatura dello Stato. Il giovane aveva chiesto l'annullamento del provvedimento di notifica delle valutazioni finali dell'anno scolastico, della relativa deliberazione e pure di una nota del dirigente scolastico, oltre che del verbale del Collegio dei docenti di definizione dei criteri di non ammissione alla classe successiva. I giudici amministrativi hanno dichiarato cessata la materia del contendere nell'ultima udienza, «considerato si riassume in sentenza - che per effetto dell'ordinanza cautelare, con la quale è stata accolta l'istanza di sospensione degli atti impugnati in ragione del fatto che il Consiglio di classe si era limitato ad una mera presa d'atto dell'unico voto negativo riportato dallo studente nella prova di recupero della materia Scienza dell'alimentazione, senza altresì esprimersi sulla base di una valutazione complessiva dello stesso, alla luce dei voti e dei risultati riportati in tutte le altre materie nel corso dell'anno scolastico, l'alunno in questione ha regolarmente completato il percorso di studi». Ma il collegio (Raffaele Potenza presidente, con i consiglieri Enrico Mattei e Daniela Carrarelli) ha comunque stabilito una condanna per la scuola: l'istituto superiore, infatti, è stato condannato al pagamento delle spese del giudizio in favore del ricorrente, liquidate in millecinquecento euro, oltre oneri e accessori di legge. Perché? Perché secondo il Tar è risultato «evidente che il provvedimento di non ammissione alla classe successiva era stato emanato senza considerare i voti e i risultati positivi riportati dallo studente in tutte le altre materie». E.Prio.
Ultimo aggiornamento: 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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