Autovelox, multe annullate se l'auto non viene fermate (almeno in città)

Mercoledì 26 Giugno 2019 di Valentina Errante
Autovelox, multe annullate se l'auto non viene fermate (almeno in città)
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ROMA - Mai più autovelox in città. O almeno mai più rilievi nelle strade urbane che non rispondano a caratteristiche ben precise, quelle che definiscono le vie «a scorrimento». La Cassazione manda al macero migliaia di multe. E se il provvedimento della Suprema Corte riguarda un’arteria di Firenze, il principio vale da Torino a Siracusa, con una pioggia di ricorsi che si abbatterà sugli uffici dei giudici di pace di tutt’Italia. 
Gli Ermellini dichiarano illegittimi i provvedimenti prefettizi che hanno autorizzato l’installazione di apparecchi a funzionamento automatico, con contestazione differita, anche su strade che non abbiano le caratteristiche indispensabili per essere definite a scorrimento. Condizione necessaria sono i semafori, per tutte le “intersezioni”, e le “banchine”. E se, come nel caso oggetto del pronunciamento relativo a una sanzione elevata nel comune di Firenze, tale area è troppo piccola e non consente manovre con un veicolo, in giudizio la classificazione della strada come a «scorrimento» può essere contestata e, in caso di accoglimento, la sanzione annullata per illegittimità, appunto, del provvedimento prefettizio.
STRADE A SCORRIMENTO
La Suprema Corte chiarisce inoltre che, affinché si possa installare un autovelox fisso, tutte le intersezioni con la strada principale devono essere semaforizzate, e cioè «qualsiasi incrocio, confluenza o attraversamento tra due o più strade» quindi «non soltanto l’attraversamento» - come, invece, aveva ritenuto il Tribunale di Firenze nell’impugnata pronuncia - ma anche l’intersezione a “T” o ad “Y” e la semplice confluenza costituiscono «intersezioni».
La banchina, esterna alla carreggiata «destinata a pedoni o a sosta di emergenza», secondo piazza Cavour, poi, dev’essere adeguata e non improvvisata. «Libera da ingombri destinata anche a manovre brevi e saltuarie» e di larghezza adeguata «tenuto conto che la strada urbana di scorrimento è caratterizzata da un intenso flusso di veicoli». E invece, come spiegano i giudici, «una banchina di ridottissima larghezza come quella sul viale Etruria non può considerarsi idonea a svolgere le funzioni» altrimenti «viene meno un elemento essenziale per la qualificazione d’una strada urbana come ‘strada di scorrimento».
LE PREFETTURE
È una legge del 2002 a disciplinare i controlli di velocità da “remoto”, sempre possibili sulle strade “extraurbane principali” ma non sulle strade “urbane ordinarie”, mentre per quelle “extraurbane ordinarie” e per quelle “urbane di scorrimento” occorre l’autorizzazione del prefetto. L’autorità di governo può, dunque, autorizzare gli autovelox sulla base di alcuni elementi quali: la pericolosità, il traffico o la difficoltà di fermare il veicolo. E in qualche caso i prefetti sono stati di manica larga. 
 
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