È caccia in Atac al o ai responsabili dello stop di lunedì della Metro B.
È stallo nelle trattative tra Campidoglio e azienda di via Prenestina sul nuovo contratto di servizio, quello che prevede quante corse Atac deve garantire sui mezzi di superficie e su ferro. Il contratto è già scaduto da un anno, ma visto le posizioni discordanti non è esclusa un’altra proroga.
LA TRATTATIVA
Come detto, il Comune vuole migliorare il servizio nelle periferie, anche perché le corse affidate ai privati si sono ridotte di circa un quarto nel corso dei quattro anni. Con l’ultimo contratto versa alla sua controllata quasi 550 milioni di euro per effettuare 140 milioni di chilometri vetture: 100 attraverso i mezzi su gomma (bus e i pochi filobus rimasti) e altri 40 su ferro (metro e tram). Da qui la richiesta di trattare sui maggiori fondi, ma in cambio di molti più collegamenti. Questa proposta sarebbe stata respinta dai vertici di via Prenestina. Per la cronaca, Atac sarebbe anche pronta a incrementare il servizio, ma avrebbe fatto notare che non avrebbe gli strumenti per farlo: gli autobus (compresi quelli più vecchi) sono soltanto 2mila e gli autisti 7mila. Per ampliare il raggio d’azione servono quindi più vetture, più personale e soprattutto più soldi. Ma prima ancora bisogna risolvere altri nodi: per le forniture energetiche Atac avrebbe già registrato extracosti per 80 milioni di euro. Fondi per i quali non basteranno i ristori previsti dal governo (nella Finanziaria ci sono 450 milioni di euro da spalmare per tutte le compagnie italiane). Eppoi ci sono da ammortizzare i mancati introiti dopo il Covid (i passeggeri sono scesi del 30 per cento) e l’aumento dei prezzi della componentistica, senza dimenticare gli investimenti necessari per i nuovi bus. Anche perché nella flotta di Atac non sono presenti mezzi elettrici. Si sfiora un 20 per cento in più.
Le parti sono lontane, quindi si rischia una nuova proroga del contratto di servizio. Mentre la qualità del servizio continua a peggiore: L’Acos, l’Agenzia per il Controllo della Qualità dei servizi, ha stimato che nel 2021 le corse sono state ridotte del 5,5 per cento, mentre l’incasso medio - complice l’evasione - è passato da 1,83 euro per ogni chilometro percorso a 86 centesimi.
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