Aguzzo, il paese che scivola giù tra smottamenti e spopolamento. «Qui viviamo in 10 ma non ce ne andremo»

La collina su cui è costruito il paese in Umbria cede ma c'è chi resiste. I residenti: qui si sta bene

Martedì 10 Gennaio 2023 di Vanna Ugolini
Aguzzo, il paese che scivola giù tra smottamenti e spopolamento. «Qui viviamo in 10 ma non ce ne andremo»

AGUZZO (Tr) Nel paese che scivola giù gli ultimi dieci residenti si tengono stretti al loro passato e alle loro radici, all'affetto delle relazioni e al ritmo dei passi per i vicoli e delle giornate. Ad Aguzzo, il paese ferito dal dissesto idrogeologico che scivola giù, giù verso Vascigliano, un'altra frazione del comune di Stroncone, in provincia di Terni, i dieci paesani che restano, insieme ai tre gatti e alla cagnolina Priscilla, di andare via non hanno intenzione. Nemmeno se hanno solo quindici anni, come Elisa. Elisa va a scuola in un liceo di Terni, che da Aguzzo è lontano una decina di chilometri, una distanza che in certe ore del giorno diventa difficile da coprire, come, appunto, una montagna da scalare. «Sembra strano ma io ad Aguzzo sono legata perché sono nata qui - racconta - L'unico mio problema è il collegamento con Terni, per andare a scuola in particolare.

Tutte le mattine raggiungo il capoluogo con mia mamma anche perché il bus pubblico è scomodo con gli orari. Sono solo tre le corse al giorno, quindi non è facile mettere insieme le mie esigenze, ma io non mi lamento». Restiamo, anzi, dice, siamo troppo legati. Al paesaggio, alla curvatura delle mura, alle pietre che parlano di battaglie, al sedimento della storia passata che ha smussato i gradini e irruvidito le pareti delle case. Bisogna, però, intervenire. Perché la collina su cui è stato costruito questo che, a guardarlo dall'alto sembra un nido di pietra appoggiato sulla cima, sta cedendo.

«Le case hanno le crepe - racconta la signora Teresa, 86 anni - e per questo chi ci abitava è andato via. Prima ad Aguzzo c'era tutto, adesso ci sono solo abitazioni vuote e danneggiate, impossibili da vendere o anche solo da affittare». Elisa, Teresa, Arianna e gli altri residenti in questi anni hanno portato avanti una lunga battaglia a tutela del paese: si sono rivolti anche ad un perito per un accertamento tecnico preventivo. «E se non basterà andremo anche più avanti, dal giudice delegato aggiunge un signore che abita appena entri nel borgo siamo stanchi di aspettare una risposta che non arriva mai. Intanto le nostre case rischiano di cadere».

 

E non solo le case. Come in molti luoghi antichi d'Italia e, in particolare dell'Umbria, ogni borgo, anche uno dei più piccoli come questo, è pieno di fascino e di bellezza. E nei pochi chilometri quadrati di questo nido di pietra, c'è comunque un castello e una chiesa, quella di San Pietro Apostolo, con affreschi e le campane antiche che don Mimmo fa suonare ad ogni messa. Sfiorata dagli effetti del terremoto, la chiesa ha resistito ed è stata parzialmente ristrutturata, anche lei, dunque, resistente, come i dieci ultimi residenti che non se ne vogliono andare e vorrebbero, invece, invertire la tendenza: «Qui si sta bene, se solo tornassero i servizi e le case fossero messe in sicurezza, ci potrebbe tornare ad abitare un po' di gente». Così Aguzzo, in bilico tra il diventare testimone muto della storia e la ricerca di un futuro che può passare solo attraverso le infrastrutture, prima fra tutte la fibra, resiste. Sono le radici del legame della gente con il luogo a tenerlo in piedi, per ora. Anche se l'attesa decennale di lavori di consolidamento sembra finita.

IL SINDACO

«Posso annunciare ai residenti di Aguzzo che ci sono 800mila euro da spendere per i lavori di messa in sicurezza». Il sindaco di Stroncone, Giuseppe Malvetani, ha finalmente raccolto le tante richieste degli ultimi paesani, trovato i fondi e ora può dare una risposta positiva: «Riusciremo a risolvere il problema di Aguzzo riguardo al dissesto idrogeologico: abbiamo ottenuto i finanziamenti necessari per iniziare quanto prima i lavori. Confermo, con estrema soddisfazione, che è stata anche aggiudicata la gara di appalto, e firmato il contratto. Ora la ditta ha quarantacinque giorni di tempo per iniziare i lavori, quindi ad Aguzzo possono finalmente stare tranquilli. Avevo promesso che sarei intervenuto e ho mantenuto la promessa». Un'altra tranche del finanziamento servirà poi per fermare il dissesto del piccolo cimitero: anche le tombe, purtroppo, sono interessate dallo sbriciolamento del terreno. «Penseremo anche a quelle - assicura Malvetani - Avremo infatti altri 460mila euro da destinare al piccolo cimitero del borgo. Insomma, altro che figlio dimenticato rispetto alle cinque frazioni che compongono il Comune». La notizia ha ridato carica al piccolo esercito dei dieci paesani che ieri ha potuto festeggiare o, almeno, ricominciare a sperare. Dopo più di vent'anni di attesa, aspettare un mese e mezzo per l'inizio dei lavori sembrerà un attimo. Soprattutto ad Aguzzo, il paese che scivola ma che si è stretto, con tutte le sue forze, alle mani dei suoi paesani per non cadere giù. E che può finalmente sperare di smettere di scivolare.

Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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