Affile, sacrario al gerarca fascista: ​condannato il sindaco

Martedì 7 Novembre 2017
Affile, sacrario al gerarca fascista: condannato il sindaco
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Esultano i partigiani dell'Anpi. Il tribunale di Tivoli ha condannato il sindaco di Affile, Ercole Viri e due assessori della giunta, Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni, rispettivamente a otto e sei mesi, per avere costruito il sacrario al gerarca fascista Rodolfo Graziani, nonché criminale di guerra per l’Onu.  La Procura di Tivoli, che ricorrerà in appello, aveva chiesto due anni per il sindaco e un anno e sette mesi per i due assessori tutti accusati di apologia del fascismo. Il pm inoltre aveva chiesto la confisca del monumento.

Secondo il sindaco della cittadina in provincia di Roma «è stato il più illustre dei cittadini di Affile», dimenticando però che Graziani fu responsabile durante l’occupazione fascista del Corno d’Africa di eccidi e massacri immani. Per esempio  la strage nel monastero copto di Debra Libanos, dove diede forse il più terribile dei suoi ordini: sterminare chiunque si trovasse in loco. Monaci, pellegrini e giovani seminaristi (ragazzini anche di tredici-quattordici anni) furono massacrati a colpi di mitragliatrice. I morti furono duemila. Le vittime, portate a gruppi di venti-trenta sull’orlo di un dirupo a Laga Wolde, venivano incappucciate e fatte inginocchiare l’una accanto all’altra. Graziani nel 1936 fu responsabile anche della carneficina di Amba Aradam, l’altopiano teatro di una cruenta battaglia che lasciò a terra circa 20 mila etiopi. In quelle operazioni non esitò a usare il gas iprite e ricorrere alle armi chimiche per sterminare anche gli 800 civili, donne e bambini, che si erano rifugiati dentro le caverne sull’altipiano.

Nonostanta Rodolfo Graziani figuri nell’elenco dei criminali di guerra dell’Onu stilato nell'immediato dopoguerra, una Norimberga italiana non vi fu mai in Italia per motivi legati alla realpolitik post-bellica.

L’avvocato dell’Anpi di Carrara e Pisa, Francesco Mandarano ricorda l’elenco dei crimini di guerra di Graziani chiedendo alle istituzioni di non chiudere gli occhi. Il Comune di Affile ha costruito il monumento cinque anni fa con un finanziamento della Regione Lazio di 150 mila euro. Fu la giunta Polverini a stanziarli anche se poi il successore, Nicola Zingaretti revocò l'atto. Il che ha aperto una seconda causa, stavolta tra il Comune di Affile e la Regione. Insomma guai su guai. La Giunta comunale aveva chiesto finanziamenti generici per un monumento ai caduti ma invece poi votò una delibera per intitolare il parco a Graziani, «commettendo una scorrettezza anche da un punto di vista istituzionale» aveva spiegato Zingaretti. La notizia fece il giro del mondo. Il New York Times si chiese come mai l’Italia volesse onorare un macellaio simile. COme se in Germania a Monaco si costruisse un monumento alla memoria di Goebbels o Goering.

Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 19:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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