Covid, movida a controlli zero: ecco le città che ignorano le direttive del Viminale

Mercoledì 26 Agosto 2020 di Valentina Errante
Covid, movida a controlli zero: ecco le città che ignorano le direttive del Viminale

La legge non è uguale per tutti. O meglio non è uguale dappertutto. Perché se l’ultima circolare del Viminale, indirizzata ai prefetti, prevede controlli più stringenti nelle zone delle vacanze e della movida, affinché vengano rispettate le nuove norme anticovid, dopo il nuovo picco di contagi, non in tutte le città, o province, le restrizioni vengono applicate allo stesso modo. Dalle isole Eolie al Salento, fino a Palermo dove, nelle piazze del centro storico, affollate fino a tarda notte, quasi nessuno indossa le mascherine. E tra i giovani il “negazionismo” prevale, trasformandosi qualche volta in violenta insofferenza nei confronti di chi controlla, come è avvenuto sabato a Marina di Carrara, dove carabinieri e polizia, intervenuti per sedare un rissa, sono stati aggrediti e investiti da una sassaiola. 

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Un fatto gravissimo sul quale è intervenuto, con un’intervista a “La Nazione”, anche il capo della polizia, Franco Gabrielli. «Sono molto preoccupato - ha dichiarato - per il clima di insofferenza nei confronti dell’operato delle forze dell’ordine registrato negli ultimi tempi in diverse città italiane. Forze dell’ordine che lavorano ogni giorno a tutela dei diritti costituzionali e per la sicurezza dei cittadini. È forse il tempo di recuperare tutti il rispetto delle istituzioni e di chi in prima linea le rappresenta». Gabrielli ha sottolineato la «grande professionalità e competenza dimostrate dagli agenti che non hanno reagito alle provocazioni» evidenziando equilibrio e moderazione, comportamenti esemplari nella gestione dell’ordine pubblico». 
E così mentre a Ischia e Procida, dopo le polemiche dei giorni scorsi, sono piovute le multe anche per i gestori dei locali, in alcune zone della Puglia sembra che il nuovo decreto non sia in vigore. E le nuove misure non arrivano neppure nei piccoli centri del viterbese e della Calabria, dove le strade e i locali, anche in assenza di musica e balli, continuano ad essere affollati. Secondo i dati diffusi dal Viminale, il 24 agosto sono state controllate 62.266 persone e 7.536 attività o esercizi commerciali. Le sanzioni sono state 36, 11 gestori di locali sono stati multati e, in un caso, è stata disposta la chiusura temporanea dell’esercizio. Il nodo sono anche le feste private, un escamotage che, nelle zone, dove il rispetto delle norme è più rigido, consente di sottrarsi alle verifiche delle forze dell’ordine.

E anche sui controlli per chi rientri dalle zone “calde” si procede disordinatamente e ci si affida ancora al senso civico dei turisti che tornano a casa. Alcuni italiani atterrati dalla Serbia e dalla Sardegna con voli diretti a Fiumicino, Milano e Genova non sono stati sottoposti a tampone. E anche chi, da Cagliari è tornato in nave a Civitavecchia non ha subito controlli, neppure la misurazione della temperatura oramai diffusa in tutti gli aeroporti. 

Sugli assembramenti in case terrazze o giardini privati, ovviamente, le forze dell’ordine non possono avere alcun controllo. Ed è proprio questa la nuova strategia, incontrarsi tra le mura domestiche, dove è possibile evitare i distanziamenti e le mascherine. Zone franche dove gli agenti possono intervenire solo in caso di denunce per disturbo della quiete pubblica. 

A Genova si va a caccia di eventi pubblici camuffati da party riservati. Domenica, in una riunione convocata dal prefetto Carmen Perrotta è stato organizzato un pattugliamento di tutte le aree della movida: basteranno i decibel un po’ più alti ad attirare gli agenti pronti a controllare il rispetto del distanziamento e che gli avventori indossino le mascherine. In caso di violazione si valuterà l’entità della multa e l’eventuale chiusura del locale. Le verifiche riguarderanno anche le spiagge della riviera, i vicoli del centro storico e il lungomare. 
 

Ultimo aggiornamento: 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA