Covid, il record più triste: 993 morti, Italia ai primi posti nella Ue: doppiate Francia e Spagna

Venerdì 4 Dicembre 2020 di Mauro Evangelisti
Covid, il record più triste: 993 morti, Italia ai primi posti nella Ue doppiate Francia e Spagna

Non ci sono mai stati, in Italia, così tanti morti in 24 ore per Covid-19. Il 27 marzo furono 969, erano i giorni bui del lockdown.

Ieri sono stati 993 e gli esperti avvertono: la curva dei contagi si sta abbassando, ma il numero delle vittime scende sempre in ritardo e per almeno cinque-dieci giorni dovremo abituarci a cifre molto alte. In Europa, l'Italia nelle ultime due settimane è tra i paesi con l'incidenza più alta di decessi (numero di morti ogni 100mila abitanti): 16,3. Solo Bulgaria (26), Slovenia (21,9), Ungheria (19), Croazia (18,8), Polonia (17,8) e Repubblica Ceca (16,7) hanno avuto più decessi (nello stesso periodo sempre in base al numero di abitanti). Francia, Spagna e Regno Unito, che a ottobre e novembre erano in una situazione peggiore, ora hanno una incidenza dei decessi che è tra la metà e i due terzi di quella italiana.

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RIANIMAZIONE
Ieri il Ministero della Salute - finalmente - ha fatto chiarezza sui ricoveri in terapia intensiva. Fino ad oggi, ogni giorno è stato pubblicato solo il numero totale dei posti occupati in terapia intensiva. Ma era una cifra che dipendeva dal numero dei decessi, delle dimissioni e dei ricoveri nelle 24 ore. Da ieri, nella tabella compare anche il dato dei pazienti che sono entrati in terapia intensiva: così scopriamo che se da una parte i posti occupati sono diminuiti (meno 19), dall'altra in un solo giorno sono stati ricoverati in terapia intensiva 217 pazienti (33 in Puglia, 32 in Lombardia, 30 in Veneto, 23 nel Lazio). Se il saldo finale registra una diminuzione è perché, purtroppo, ai pazienti che sono stati dimessi si sono aggiunti molti decessi. Rispetto alla prima ondata, l'epidemia è maggiormente distribuita in tutto il Paese, ma la maggioranza delle vittime è comunque al Nord, un terzo nella sola Lombardia. Su 993 morti, 347 sono stati registrati in Lombardia, 95 in Veneto, 92 in Piemonte, 85 in Emilia-Romagna, 52 in Friuli-Venezia Giulia.

 

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Tra le regioni del centro-sud, la Campania conta 54 vittime, la Puglia 42, il Lazio 38, la Sicilia 34. C'è il rallentamento dei nuovi casi: 23.225 su 226.729 tamponi, con una percentuale di positivi, sul totale dei test, che si attesta al 10,2 per cento, più bassa delle settimane scorse. Se si fa un confronto con giovedì 26 novembre, si verifica una incoraggiante diminuzione, attorno al 20 per cento. Dunque, le restrizioni e la formula delle fasce gialle, arancione e rosse stanno dando risultati. E per la valutazione settimanale della cabina di regia di oggi, si prevede un Rt (l'indice di trasmissione del virus) dell'Italia finalmente sotto 1 (il livello di guardia). Secondo il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Iac-Cnr) «il picco dell'incidenza giornaliera dei decessi dovrebbe essere raggiunto entro 5-10 giorni». Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha indicato come obiettivo, per un allentamento sostanziale delle misure di contenimento, il dato di 50 nuovi casi positivi ogni 100mila abitanti. Oggi in Italia su base settimanale siamo a 320.

Ultimo aggiornamento: 13:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA