​Covid. Toscana, Lazio e Campania la nuova dorsale del contagio

Giovedì 22 Ottobre 2020 di Mauro Evangelisti
Covid. Toscana, Lazio e Campania la nuova dorsale del contagio

Liguria, Toscana, Lazio, Campania. Sulla dorsale tirrenica viaggia il contagio, colpendo in modo più pesante regioni che nella prima fase avevano subito, in modo minore, l’avanzata di Sars-CoV-2.

La Lombardia resta l’epicentro, ma questo non sorprende: il 19 aprile, quando ci fu il picco dei contagi, la Regione governata da Fontana si trovò con 341 “attualmente positivi” ogni 100 mila abitanti, oggi il dato è simile, 332, il più alto tra le grandi regioni del Nord. Chiaro: gli “attualmente positivi” di oggi sono differenti da quelli del 19 aprile, perché si stanno facendo molti più tamponi (ieri 170mila, il 19 aprile meno di 51mila) le persone realmente contagiate, in quel periodo, erano molte di più di quelle scovate con i test. Ma ciò che conta è la distribuzione territoriale.

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Nella prima fase, prendendo come punto di riferimento sempre il picco del 19 aprile, sopra i 300 “attualmente positivi” ogni 100mila abitanti, c’erano solo regioni del Nord: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta, Province di Trento e Bolzano; ieri la fotografia della diffusione del virus era completamente differente, perché sopra 300 ci sono sì regioni del Nord come Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Bolzano, ma poi l’epidemia si spinge verso Sud sulla dorsale tirrenica, dunque Liguria (328 “attualmente positivi” ogni 100mila abitanti), Toscana (356), Lazio (316), Campania (390). Raccontata in un altro modo: rispetto al 19 aprile, mentre Lombardia e Piemonte hanno più o meno lo stesso numero di “attualmente positivi” di allora, l’Emilia-Romagna ne ha di meno, mentre la Liguria ha un incremento del 40 per cento, la Toscana li ha raddoppiati, il Lazio quadruplicati, la Campania addirittura ne ha il 650 per cento in più. Alcune piccole regioni, inoltre, sono in grande sofferenza: l’Umbria era un’isola felice nella prima fase, con appena 50 “attualmente positivi” ogni 100mila abitanti il 19 aprile, oggi sono 371; la Valle d’Aosta ha dati altissimi ed è passata da 448 a 721; la provincia autonoma di Bolzano da 301 a 445. In sintesi: rapportato al numero di abitanti, Valle d’Aosta, Bolzano e Campania sono le aree che in questo momento hanno più positivi (in ospedale o in isolamento a casa). La Calabria, invece, conferma la sua situazione invidiabile: aveva 44 “attualmente positivi” ogni 100 mila abitanti il 19 aprile, ne ha 80 (il dato più basso in Italia) oggi.



Sono in sofferenza piccole regioni come Valle d’Aosta e Umbria e sta correndo il contagio lungo la dorsale tirrenica, la mappa del contagio ha però un’altra caratteristica peculiare rispetto alla prima ondata: la forte concentrazione di casi nelle grandi città. Milano è sotto attacco, con 291 nuovi casi ogni 100 mila abitanti tra il 13 e il 20 ottobre, Napoli è a 226, Roma a 105. Ma è soprattutto a Genova, dove il sindaco ha deciso delle zone rosse per alcuni quartieri compreso il centro storico, che c’è una fortissima concentrazione di positivi, 344 nuovi casi ogni 100mila abitanti. C’è un altro dato che racconta bene la crisi delle Regioni. Ieri il report della Fondazione Gimbe ha segnalato che nella settimana tra il 14 e il 20 ottobre, su scala nazionale, i contagi e i decessi per Covid sono quasi raddoppiati; i pazienti in terapia intensiva e i ricoveri in altri reparti sono aumentati rispettivamente del 69 e del 66 per cento. La Sardegna preoccupa perché è la terza regione per ricoveri in terapia intensiva. C’è stato un incremento del numero dei tamponi (18,9 per cento, con il picco della Campania del 44,9), ma c’è un aumento della percentuale del rapporto positivi/casi testati che è passato dal 7 al 10,9 per cento. Con alcune regioni che hanno dati elevati. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: «La prima diga è saltata in alcune Regioni: ad esempio in Valle d’Aosta oltre un caso testato su 3 è positivo e in Liguria quasi 1 su 4». Alto anche il dato del Piemonte, dove risulta contagiato il 17,4 per cento dei casi testati, bene il Lazio che è al 5,8 per cento.
 

Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 13:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA