Cospito, lettera dal carcere: «Pronto a morire per far sapere al mondo cos'è il 41bis». Lo sciopero della fame da ottobre

Le condizioni di salute del detenuto restano «stazionarie»: dall'inizio del digiuno, il 20 ottobre scorso, ha perso 50 chili

Mercoledì 1 Marzo 2023
Cospito, lettera dal carcere: «Pronto a morire per far sapere al mondo cos'è il 41bis»

«Oggi sono pronto a morire per fare conoscere al mondo cos'è veramente il 41 bis». È quanto scrive l'anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre 133 giorni, in una lettera che ha superato la censura e resa nota oggi dal difensore, Flavio Rossi Albertini, nel corso di una conferenza stampa al senato in cui ha annunciato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Una missiva scritta in carcere, prima del trasferimento dal penitenziario di Sassari a quello di Opera.

Cospito, la lettera sullo sciopero della fame

«Il più grande insulto per un anarchico - scrive il 55enne nei confronti del quale è stato disposto il carcere duro per quattro anni - è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini ma articoli per riviste anarchiche, mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere. Settecentocinquanta persone lo subiscono senza fiatare».

Nello scritto l'ideologo del Fai si dice «convito» che la sua «morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41 bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto» per poi concludere: «amo la vita, sono un uomo felice non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. È proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza».

Le condizioni di salute del detenuto restano «stazionarie». Dall'inizio del digiuno, il 20 ottobre scorso, ha perso 50 chili. «Il suo fisico è estremamente provato - aggiunge il difensore davanti ai giornalisti in Senato e alla presenza del professore Luigi Manconi ed alcuni parlamentari tra cui Ilaria Cucchi -, ma è tenace, è determinato ad andare avanti e infatti ha deciso di sospendere integratori potassio e zucchero. Il morale è fiero ed è convinto che possa vincere questa battaglia che è per la vita: non ha aspirazioni di suicidio».

Dal punto di vista giudiziario, come annunciato ieri, i legali sono pronti a portare la sua vicenda davanti ai giudici di Strasburgo che in passato avevano già criticato il regime del carcere duro. «Faremo ricorso alla Cedu, riteniamo che esistono diversi profili da portare a Strasburgo. Stiamo analizzando la possibilità di richiedere un provvedimento di urgenza», spiega il difensore. L'istanza potrebbe essere presentata la prossima settimana. «Stiamo studiando le pronunce della Corte su questo tema, faremo le nostre valutazioni ma il percorso è tracciato visto che dopo il no della Cassazione le strade in Italia sono finite», conclude Rossi Albertini.

Intanto domani a Milano è in programma un presidio degli anarchici sotto la sede di Fratelli d'Italia. Sui profili social di "Galipettes" è comparso un invito alla mobilitazione. «Restiamo al fianco di Alfredo, fino all'ultimo respiro» si legge nel post dove al governo si imputa «non soltanto la condanna a morte del compagno, ma anche di tutte quelle morti che "ordinariamene" avvengono all'interno delle carceri italiane, delle centinaia di morti che lo Stato assassina quotidianamente sul posto di lavoro, nelle guerre imperialiste finanziate e appoggiate anche dall'Italia, delle morti sui confini e nel mar Mediterraneo».

Ultimo aggiornamento: 18:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA