Coronavirus Venezia, morta mamma di 42 anni: è la più giovane vittima veneziana

Giovedì 7 Maggio 2020 di Nicola Munaro
Laura Segalina, morta a 42 anni

VENEZIA - Laura Segalina, 42 anni, mamma di Stra, è la più giovane vittima veneziana del coronavirus. È morta martedì sera, alle 22.50, all’ospedale di Padova, dov’era ricoverata da alcune settimane dopo essere risultata positiva al nemico invisibile. Con lei salgono così a 242 le croci veneziane da quando è scoppiata la pandemia.

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LA GIORNATA
La morte della giovane mamma di Stra è l’ennesimo buio in una giornata già complicata. Dopo l’andamento compassato delle scorse settimane, a volte ridottissimo con solo 2 contagi in ventiquattrore, la fotografia giornaliera scattata ieri da Azienda Zero restituisce un dato che nel Veneziano non può essere ignorato.
Nello spazio di tempo che ha separato le 17 di martedì dalle 17 di ieri ci sono stati 42 nuovi casi di coronavirus nell’area metropolitana di Venezia. Dati alla mano, sono poco meno dell’esatta metà dei casi (89) registrati in tutto il Veneto nelle stesse ore. A questi numeri - una tale diffusione del contagio nel Veneziano non si registrava dal 28 aprile - si aggiungono altre 6 morti. Oltre alla quarantaduenne, c’è stata la terza vittima nell’ospedale di Noale, diventato ormai un focolaio Covid dopo la positività al coronavirus di 20 pazienti, 13 operatori sanitari e il ricovero di un medico. Tutti ora trasferiti nel Covid-Hospital di Dolo.

Nell’elenco dei decessi, anche il nome e la storia di una donna spirata a Dolo ma fino a poche settimane prima ricoverata al Policlinico San Marco, dove a fine aprile era scoppiata un’emergenza che aveva costretto la direzione a smantellare un reparto e trasferire i pazienti a Dolo.

I DATI
Dei 42 nuovi veneziani positivi registrati ieri dal bollettino di Azienda Zero - che portano il totale a 2.575 casi dall’inizio della pandemia - 25 sono persone residenti nel territorio dell’Ulss 4 del Veneto orientale e 17 nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima: 5 casi si sono registrati a Mira, 3 a Venezia/Mestre, 2 a Santa Maria di Sala, 1 a testa a Dolo, Fossò, Mirano, Noale, Salzano, Scorzé e Spinea. Un numero che pur essendo quasi la metà dei nuovi casi giornalieri di tutta la regione, anche ieri è stato superato dai guariti: 51 nell’intera area metropolitana. E all’aumento dei ricoveri (189, +17) fa da contraltare la diminuzione degli attualmente positivi (613, -9) e dei curati a casa: 424, -26.

LE CROCI
Tra la sera di martedì e il pomeriggio di ieri altre 6 morti, per un totale di 242 decessi. A Dolo è morta Emilia Libralesso, 95 anni di Paseggia di Scorzé, e già ricoverata al Policlinico San Marco, dov’era stata ricoverata oltre 2 mesi fa per una patologia allo stomaco, il primo ricovero in vita sua. Viveva da tempo a Peseggia. Lei al piano terra da quando le era morto il marito Ilario Toniolo, una ventina di anni fa. Al primo piano invece risiede il figliò Edo di 61 anni con la sua famiglia. Una vita spesa nel lavoro, come collaboratrice domestica nelle case a Mestre e a Venezia, e poi nell’aiuto al marito per costruire la casa per la propria famiglia. La donna lascia anche la nuora Silvana e i nipoti Elena e Giacomo, carabiniere.
Sempre a Dolo sono spirati Renzo Celin, 71 anni, di Favaro e Franco Trento, 90 anni, di Mira, residente a Oriago, ex gestore di un bar, era ospite della Rsa Adele Zara di Mira. Un decesso anche a Venezia e uno, il terzo in una settimana, a Noale: in entrambi i casi non sono state fornite le generalità. La giornata, a tinte sempre più fosche con il passare delle ore, si è chiusa con la notizia della morte della giovane donna e mamma di Stra. Sempre ieri, poi, sono stati resi noti i nomi di tre persone decedute tra il 4 e il 5 maggio e di cui era già stata data notizia. Si tratta di Pietro Calderan, 92 anni, di Mira, ospite della Rsa La Salute di Fiesso D’Artico; Giuseppe Colorio, 73 anni, di Marcon e Giuseppina Varisco, 68 anni di Chioggia: da tempo affetta da altre patologie, per lei il virus è stato il colpo finale.
L’ULSS
Lunedì intanto è iniziata la ripartenza negli ospedali. «Sono soddisfatto di come sta andando - ha commentato ieri il direttore generale dell’Ulss 3, Giuseppe Dal Ben - Abbiamo registrato un accesso sostenuto sia per le persone arrivate direttamente in ospedale, che per via telefono per le prenotazioni. Il fatto che le prenotazioni aumentano, ci fa pensare che i cittadini stanno capendo che, per accedere, bisogna avere un valido motivo: l’ospedale, infatti, lo ribadisco, è il posto meno indicato dove recarsi».
Il numero degli accessi ai Pronti Soccorso è un segnale importante: se in una giornata del 2019 si registravano 696 accessi, il 4 maggio ci sono stati in tutto 358 accessi, il 5 maggio 337 e ieri, alle 12, solo 78.

Aumentano i prelievi: erano 1.515 al giorno nel 2019, ieri, alle 12, se ne sono registrati 1.020. Come detto, si fa sempre più strada l’idea della prenotazione: solo 94 avevano contatto il Cup il 4 maggio, diventati 480 ieri. Sulla via della normalità anche le visite ambulatoriali e l’attività chirurgica: 63 interventi il 5 maggio (la media era 117). Crescono i ricoveri. «Non molliamo - ha aggiunto Dal Ben - sul fronte del virus: questa settimana supereremo i 50mila tamponi, di cui è positivo solo il 6,1%, e la soglia di 10 mila test rapidi: 7.827 i negativi e 199, finora, i positivi». Cioè il 2,5%.

Ultimo aggiornamento: 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA