Coronavirus a Codogno, l'insegnante in quarantena: «Ecco come è cambiata la mia vita, contatti solo con i social»

Mercoledì 26 Febbraio 2020 di Caterina Carpané
Coronavirus, la testimone a Codogno: «Io, insegnante, torno all’infanzia: tv, tapis roulant e cene con i miei»

 Venerdì sera Rossana non aveva voglia di uscire. «Lo farò domani, andrò a cena con un’amica», si era detta. Invece quella pizza non ha più potuto gustarla: perché per lei e gli altri cittadini di Codogno sabato è scattata la quarantena. Niente lavoro, niente palestra, niente caffè e soprattutto niente fidanzato: «Abita a Piacenza, come molti miei amici. Non lo vedo da giovedì sera: il vero dramma è non sapere quando potrò rivederlo, ma la prendo come una prova da Romeo e Giulietta!», cerca di scherzare Rossana, 31 anni, insegnante, nel raccontare l’imprevisto isolamento.

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«Sto prendendo tutta la vicenda con immensa filosofia, credo che basti armarsi di tanta pazienza! Questa è la parola chiave: pazienza. Io e la mia famiglia ci troviamo proprio nel centro del focolaio per cui siamo fiduciosi non tanto di non ammalarci, ma di superare eventuali contagi. Vediamo davvero cosa ci riserverà il destino!». 
 



RAPPORTI <QA0>
Se incontrare il fidanzato è off limits, in questi primi giorni di quarantena la trentunenne di Codogno può contare sui genitori: «Fortunatamente con loro mi trovo benissimo! Trascorrere tutto questo tempo insieme è quasi un ritorno all’infanzia. E poi noi dintorni abitano anche i miei zii: con loro riusciremo presto a organizzare una cenetta, cosa che tra lavoro e impegni non riusciamo mai a fare». Ride Rossana mentre descrive le sue giornate, che trascorrono tra cucinare, recuperare serie tv, leggere e «una palestrina che ho cercato di allestire in salotto: un tapis roulant e un tappetino, niente di più, ma almeno faccio esercizio. E ho persino riordinato gli armadi!». 

Restare chiusi in casa però non è per nulla semplice e allora la ragazza si concede quotidianamente una passeggiata in un paesino divenuto spettrale nel giro di poche ore: «Non ci sono restrizioni a muoversi all’interno del comune, tuttavia bisogna evitare le occasioni di aggregazione. Ma non c’è nessuno per strada! Al massimo passeggio con mio padre e mia madre!».

«Ho come l’impressione che all’esterno la percezione sia peggiore, che si tenda a esagerare. Io ci sono proprio dentro, vedo quanto succede: non è di certo una cosa che augurerei, però si può superare. Siamo annoiati, vero, ma siamo ben forniti di tutto, i servizi ci sono, - rassicura l’insegnante. - Ecco magari mi piacerebbe sapere quando scadranno i giorni di quarantena: il non poter fare un countdown, per me che sono una persona molto organizzata, è destabilizzante». 

IL DESIDERIO<QA0>
E cosa accadrà quando il conto alla rovescia finirà, quando quel giorno zero finalmente arriverà? «Non so precisamente cosa farò: vorrei solo potere prendere la mia auto e guidare. Magari mangerò quella pizza mancata, vedrò il mio ragazzo o semplicemente farò degli acquisti online! Perché, lo ricordo, in questi giorni non arrivano nemmeno i pacchi: capisco che è una banalità rispetto a situazioni più gravi ma mi sento davvero con le ali tarpate, - confessa Rossana. - Aspetto davvero di poter mettere in moto e premere sul pedale. Non so verso quale direzione, ma l’importante - come diceva Kerouac- è andare».
 

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