Coronavirus, il direttore del Gemelli Rocco Bellantone: Grazie all'aiuto che ci date non sceglieremo chi salvare

Venerdì 20 Marzo 2020 di Simone Canettieri
Coronavirus, il direttore del Gemelli Rocco Bellantone: Grazie all'aiuto che ci date non sceglieremo chi salvare
Il professor Rocco Bellantone, responsabile del progetto e direttore del governo clinico del policlinico Gemelli nonché preside della Facoltà di Medicina della Cattolica, è comunque fiducioso: «Stiamo facendo miracoli, i lavori per il nuovo ospedale Covid procedono spediti. Il personale è motivato: sono tutti in prima linea, nessuno si ritira da questa trincea. Stiamo lavorando affinché a Roma e nel Lazio nessuno pronunci la frase: dobbiamo scegliere chi salvare».
Quando la struttura sarà terminata in tutto saranno attrezzati 80 posti letto singoli per le degenze ordinarie che disporranno di 20 medici, 65 infermieri e 22 operatori socio sanitari oltre ai 59 posti per la Terapia intensiva che vedranno l'impiego di 48 anestesisti/rianimatori e 180 infermieri.
Professore, qual è lo stato dell'arte di questo progetto?
«Stiamo andando bene, lunedì scorso abbiamo già aperto 21 letti per le terapie intensive e 32 di degenze, divise tra terapia medica e terapia sub-intensiva.
Lunedì prossimo, il 23 marzo, apriremo altri 35 posti letto e lunedì 30 marzo arriveremo al nostro obiettivo».
Quanto costa una struttura del genere?

«Arrivare a una quantificazione esatta è complicato. Nella sua interezza costa svariate decine milioni di euro. Solo un respiratore costa 10mila euro, poi ci sono i ventilatori, gli altri macchinari. Per non parlare, infine, del materiale utilizzato per proteggere i sanitari, tutto usa e getta. Alla fine, ma sto dando una cifra indicativa, non è escluso che arriveremo a 70 milioni di euro».
Il Gemelli come ha risposto a questa emergenza?
«Con grande entusiasmo abbiamo aderito e sposato la proposta della Regione Lazio con una rapidità eccezionali: in meno di 10 giorni abbiamo assunto personale, ristrutturato l'area e i padiglioni per il nuovo ospedale».
Siamo in guerra.
«E' una battaglia per il nostro personale non vi è dubbio. E' una guerra in cui ogni paziente porta avanti una battaglia, purtroppo qualcuno la perde».
Qual è il messaggio positivo che sta cogliendo in queste ore e giorni così complicati?
«La risposta del personale è stata fantastica: lungi dall'avere paura tutti si sono voluti mettere in gioco».
Morale?
«L'Italia sotto pressione dimostra una grande efficienza, nessuno scappa dalla trincea, anzi».
Il Messaggero fa la sua parte con questa raccolta fondi.
«Siamo rimasti molto sorpresi generosità che in molti ci stanno dimostrando per portare avanti questa opera. Una struttura fondamentale: dimostrata appunto dall'iniziativa di un grande giornale, il giornale di Roma, Il Messaggero, in prima linea con noi. Voglio ringraziarvi e ringraziare tutti i vostri lettori».
 
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